Dal 15 ottobre scatteranno i nuovi incentivi auto elettriche 2025, ma secondo un’analisi del Centro Studi di AutoScout24, il dato è chiaro: gli italiani scelgono l’elettrico solo per convenienza economica. Il 38% di chi sta pensando a un’auto nuova considera una vettura a batteria, ma nel 95% dei casi la decisione è stata influenzata dai bonus. E senza incentivi? Sei automobilisti su dieci rinuncerebbero all’acquisto.
È un segnale che fa riflettere. Non c’è una reale spinta ambientale, né un cambio di mentalità: la scelta dell’elettrico resta una mossa forzata, condizionata dagli aiuti statali. Questo dimostra come la politica stia cercando di indirizzare il mercato senza però risolvere i nodi strutturali che pesano sulle tasche degli automobilisti.
Critiche agli incentivi: parametri restrittivi e norme confuse
Il giudizio sugli incentivi è tutt’altro che positivo. La platea è spaccata: metà li ritiene adeguati, metà inadeguati. Tra le principali critiche:
- Parametri troppo restrittivi (segnalati da quasi il 60% degli intervistati)
- Confusione normativa (34%)
- Vincolo alla rottamazione giudicato eccessivo (25%)
- Insufficiente copertura del maggior costo delle elettriche (25%)
E allora la domanda sorge spontanea: come può lo Stato pretendere di spingere milioni di automobilisti verso l’elettrico se gli stessi incentivi – che dovrebbero rappresentare un aiuto – vengono percepiti come complicati e limitanti?
Costi, autonomia e colonnine: i veri ostacoli
Il vero problema non è la mancanza di bonus, ma la mancanza di convenienza reale. Il 41% degli italiani indica come principale ostacolo il costo elevato delle elettriche, seguito da:
- non rispondenza alle esigenze quotidiane (35%)
- scarsa autonomia delle batterie (30%)
- carenza di colonnine (26%)
- timori sulla durata e sui costi di sostituzione delle batterie (22%)
- valore residuo percepito inferiore rispetto alle auto tradizionali (20%)
Questi sono problemi concreti che toccano chi guida tutti i giorni. Gli incentivi possono alleggerire la spesa iniziale, ma non risolvono la frustrazione di chi deve cercare colonnine introvabili o aspettare ore per una ricarica.
Il parco auto italiano resta vecchio
Il dato sulla rottamazione è emblematico: le auto destinate a essere sostituite hanno in media 14 anni. Un terzo sono Euro 5, il 28% Euro 3 e il 17% addirittura Euro 0-2. In pratica, l’Italia continua a circolare con un parco auto vecchio e inquinante, ma il ricambio non può reggersi solo su bonus temporanei.
La spesa media prevista per l’acquisto è di 25.800 euro: cifre che, per molte famiglie, restano insostenibili, soprattutto se riferite a un’elettrica di segmento medio. Non a caso, tra le preferenze restano forti le berline e le citycar, con SUV e crossover comunque in crescita.
Serve una strategia strutturale, non solo bonus
Come spiega Sergio Lanfranchi del Centro Studi AutoScout24, il mercato è condizionato da fattori esterni: «Quattro italiani su dieci sceglierebbero un’auto elettrica soprattutto grazie agli incentivi statali. La leva principale resta la convenienza economica, più che la reale sensibilità ambientale».
Tradotto: senza incentivi, il castello crolla. E allora bisogna dirlo chiaramente: la transizione elettrica non può poggiare solo su bonus temporanei e norme confuse. Servono:
- prezzi accessibili
- un mercato dell’usato elettrico realmente competitivo
- una rete di ricarica capillare e affidabile
Solo così l’elettrico potrà diventare una scelta stabile, non una moda passeggera imposta dall’alto.