Una rivoluzione per la RC auto è alle porte. Oggi chi subisce un incidente stradale ha due anni di tempo per chiedere il risarcimento alla propria compagnia assicurativa. Con la nuova proposta di legge inserita nel ddl Concorrenza, questo termine potrebbe essere ridotto drasticamente a 90 giorni.
Tre mesi appena, passati i quali l’automobilista perderebbe il diritto al rimborso. Una modifica che cambierebbe profondamente il rapporto tra automobilisti e assicurazioni, restringendo tempi e margini di tutela.
Il provvedimento, presentato in Senato, mira a modificare l’articolo 2947 del codice civile e introduce anche un pacchetto di misure anti-truffa. Tra queste, l’obbligo di indicare fin da subito i testimoni dell’incidente – non solo in caso di danni materiali ma anche quando si verificano lesioni – e la possibilità per le compagnie di effettuare controlli diretti sulle riparazioni in carrozzeria per verificarne la veridicità e i costi.
L’obiettivo dichiarato è chiaro: ridurre l’incidenza delle frodi assicurative, che in Italia pesano ancora in modo significativo sui premi RC auto. Secondo l’ANIA, le truffe rappresentano circa il 10% dei sinistri denunciati, con un impatto economico complessivo stimato in oltre 500 milioni di euro l’anno. Ma non mancano i timori che questa “stretta” finisca per colpire anche gli automobilisti onesti.
Le reazioni: rischio di penalizzare i danneggiati
La proposta ha scatenato forti reazioni da parte di associazioni di categoria e consumatori. L’AIPED, l’associazione italiana dei periti estimatori danni, ha espresso netta contrarietà: «Ridurre i tempi di richiesta del risarcimento RC auto da due anni a 90 giorni non è una riforma, ma una limitazione dei diritti dei danneggiati».
Secondo i periti, molti automobilisti potrebbero trovarsi in difficoltà nel rispettare i nuovi tempi, soprattutto nei casi più complessi: quando si tratta di lesioni che emergono nel tempo, oppure quando è necessario attendere perizie mediche, referti o preventivi di riparazione.
Anche le associazioni dei consumatori, come Assoutenti, hanno lanciato l’allarme: una norma così rigida rischia di creare squilibri tra compagnie e cittadini, rendendo più difficile ottenere un giusto risarcimento. «Con soli 90 giorni a disposizione – spiegano – chi non ha assistenza legale o competenze specifiche rischia di perdere ogni possibilità di difesa».
Frodi assicurative e controlli più severi
Il governo difende la proposta puntando su un argomento cruciale: la lotta alle frodi assicurative.
In Italia, nonostante l’introduzione di banche dati e sistemi digitali di controllo, le truffe nel settore RC auto restano un problema strutturale.
Si parla di incidenti simulati, testimonianze false o gonfiamento artificiale dei danni. Fenomeni che pesano sul bilancio delle compagnie e finiscono per ricadere, indirettamente, su tutti gli assicurati attraverso tariffe più alte.
L’obbligo di indicare immediatamente i testimoni, insieme alla possibilità di ispezioni dirette delle riparazioni da parte delle compagnie, punta proprio a colpire questi comportamenti scorretti. Ma secondo molti esperti, ridurre i tempi di risarcimento non è lo strumento giusto per risolvere il problema: si rischia di confondere chi truffa con chi ha solo bisogno di più tempo.
Cosa cambierebbe per gli automobilisti
Se la proposta venisse approvata, gli automobilisti dovrebbero rivedere completamente il loro approccio in caso di sinistro.
Ecco i punti più rilevanti:
- Richiesta di risarcimento entro 90 giorni: superato questo termine, il diritto si estinguerebbe.
- Indicazione immediata dei testimoni: andranno segnalati fin dalla prima comunicazione del sinistro.
- Controlli post-sinistro: le compagnie potranno verificare direttamente la congruità delle riparazioni.
- Nuove procedure digitali: è prevista una semplificazione nella trasmissione di documenti e referti attraverso piattaforme informatiche.
In pratica, sarà fondamentale agire con tempestività, raccogliendo subito tutti i documenti necessari: denuncia, fotografie, referti medici, preventivi, testimoni. Chi non lo farà rischia di restare escluso dal diritto al rimborso.
Le prossime tappe legislative
Il testo dovrà ora passare al vaglio dei ministeri competenti e delle commissioni parlamentari prima del voto finale. Le prossime settimane saranno decisive per capire se la misura verrà approvata nella forma attuale o se subirà modifiche per salvaguardare i casi più complessi.
Nel frattempo, il dibattito si accende: da un lato le compagnie assicurative che chiedono strumenti più efficaci per combattere le frodi, dall’altro i cittadini e le associazioni che temono un indebolimento del diritto al risarcimento.
Una cosa è certa: se la norma entrerà in vigore, segnerà una svolta storica per la RC auto in Italia, ridefinendo i tempi, le responsabilità e gli equilibri tra assicurati e assicuratori.