La sicurezza stradale resta uno dei capitoli più critici per la mobilità in Italia. Nel 2024 si è registrato un leggero calo, ma ancora significativo, delle vittime: secondo i dati ISTAT, 3.030 morti negli incidenti stradali, poco meno dello 0,3 % rispetto al 2023. Parallelamente, l’aumento degli spostamenti e dei veicoli in circolazione conferma che la sfida resta aperta.
In questo contesto, i sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) – dispositivi automatici di assistenza alla guida – assumono un ruolo sempre più centrale. L’obbligo, per le autovetture di nuova immatricolazione, di dotarsi di alcuni sistemi ADAS da più di un anno, testimonia la direzione normativa e tecnica verso cui il settore si muove.
Quali sono gli ADAS più efficaci secondo Verti
L’osservatorio “Verti Movers” di Verti Assicurazioni, che ha analizzato un campione di oltre mezzo milione di polizze, offre elementi interessanti di riflessione. In particolare, sono emerse due evidenze:
Blind Spot Assist – monitoraggio angolo cieco
Il dispositivo considerato più efficiente è quello di monitoraggio dell’angolo cieco (Blind Spot Assist). I dati indicano che, tra le auto equipaggiate con questo ADAS, la frequenza di sinistri è risultata 864 casi ogni 1.000 sinistri, e c’è una riduzione del 13 % del rischio di essere coinvolti in un incidente rispetto ai veicoli senza. (Fonte: comunicato Verti)
Questo risultato sottolinea quanto sia utile in pratica un sistema che supporti manovre di sorpasso o cambi di corsia, soprattutto con auto sempre più larghe e lunghe, dove la visibilità laterale diventa una criticità. Oltre a ciò, in contesti urbani o sottoposti a elevati flussi veicolari, la presenza del Blind Spot Assist può rappresentare un valido fattore di sicurezza.
AEB – frenata automatica d’emergenza
Un altro sistema molto diffuso è la frenata automatica d’emergenza (AEB – Automatic Emergency Brake). Nella ricerca di Verti mostra 942 casi ogni 1.000 sinistri tra auto dotate di AEB e una riduzione del rischio del 5,8 %. Pur contribuendo positivamente, l’impatto appare meno marcato rispetto al Blind Spot Assist.
Una spiegazione: perché l’AEB risulti davvero efficace è necessario che sensori e telecamere siano calibrati e manutenuti in modo corretto – un aspetto non sempre considerato dagli automobilisti. Verti sottolinea come un sensore non perfettamente allineato o non aggiornato possa ridurre l’efficacia dell’intervento automatico, e in casi rari potrebbe persino introdurre un falso senso di sicurezza.
Implicazioni e riflessioni per il settore automotive
Il settore automobilistico – produttori, distributori, assicuratori – ha oggi l’opportunità e la responsabilità di promuovere una mobilità più sicura, sostenuta dalla tecnologia ma non delegata esclusivamente ad essa. Il commento di Marco Buccigrossi (Business Director di Verti) è emblematico: «Gli ADAS rappresentano oggi uno dei principali strumenti a nostra disposizione per raggiungere l’obiettivo UE di azzerare la mortalità sulle nostre strade entro il 2050». E tuttavia aggiunge: «non devono mai essere considerati come dei nostri sostituti alla guida … la nostra attenzione e la nostra prudenza saranno centrali».
Questo richiamo è funzionale per il settore perché richiama due punti essenziali:
- La tecnologia è supporto, non sostituto.
- La formazione, l’informazione e la manutenzione diventano leve determinanti per ottenere i risultati di sicurezza attesi.
Per i produttori, significa integrare ADAS sempre più affidabili e facili da usare; per i concessionari e officine, significa comunicare e garantire la taratura e l’adeguamento continuo dei sistemi; per gli assicuratori, significa incentivare comportamenti virtuosi e promuovere la diffusione delle coperture e garanzie collegate.
Dal punto di vista politico-regolamentare, il fatto che l’Italia nel 2024 registri un tasso di mortalità pari a 51,4 morti per milione di abitanti (superiore alla media UE27) è un segnale che non si può più ignorare.
Cosa può fare l’automobilista oggi
Per massimizzare l’efficacia degli ADAS e contribuire a migliorare la sicurezza stradale, l’automobilista deve adottare alcune semplici, ma decisive accortezze:
- Verificare che la propria vettura sia dotata dei sistemi ADAS attesi (Blind Spot Assist, AEB, mantenimento corsia, ecc).
- Assicurarsi che la manutenzione comprenda la calibrazione dei sensori, dopo interventi su paraurti, telecamere o sensori stessi.
- Non affidarsi esclusivamente alla tecnologia: tenere attenzione, concentrazione e rispetto delle regole – la distrazione ed eccesso di velocità restano cause principali degli incidenti (37,8 % delle cause totali nel 2024).
- Utilizzare gli ADAS come strumento complementare: in manovra, in sorpasso, in condizioni meteorologiche sfavorevoli, la tecnologia aiuta, ma guidare resta una responsabilità umana.
Il settore automobilistico in Italia – dalla produzione all’assicurazione – ha davanti una doppia sfida: spingere l’adozione degli ADAS e parallelamente favorire la cultura della guida sicura. I dati di Verti indicano che alcuni sistemi – come il monitoraggio dell’angolo cieco – presentano risultati più tangibili, ma nessuna tecnologia può sostituire la prudenza del conducente. Da questo punto di vista, il comparto merita fiducia: l’innovazione c’è, gli strumenti ci sono, manca forse ancora un salto culturale nella manutenzione e nell’uso consapevole. In definitiva, se l’obiettivo è la strada “zero morti” entro il 2050, come indicato dall’UE, allora la mobilità del futuro passa tanto per i chip e i sensori quanto per l’atteggiamento di chi guida oggi.