Nel panorama italiano della mobilità, emerge con chiarezza una criticità su cui il mondo dell’automotive – e non solo – non può permettersi di chiudere gli occhi: la scarsa conoscenza del nuovo Codice della Strada e i comportamenti a rischio che ne conseguono. La ricerca condotta da Locauto Group in collaborazione con YouGov su un campione rappresentativo di adulti italiani offre un quadro allarmante e merita una riflessione che unisca responsabilità collettiva e sostegno al settore mobilità.
Una fotografia preoccupante: conoscenze e comportamenti
Secondo lo studio, il 71% degli italiani ritiene di dover ripassare il Codice della Strada. Ma non è solo una questione di buon proposito: gli aspetti più critici riguardano punti normativi specifici e la diffusione di pratiche potenzialmente pericolose.
Il 35% degli intervistati ammette di non conoscere con certezza i limiti di cilindrata, velocità e tasso alcolemico previsti per i neopatentati, un dato in peggioramento rispetto al 2024. Mancanza di consapevolezza anche sulle sanzioni previste dal nuovo Codice della Strada: il 57% non sa che la patente può essere sospesa in caso di positività al test antidroga anche senza evidenti segni di alterazione; il 63% non è al corrente che guidare con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l può comportare arresto fino a un anno e multa fino a 6.000 euro; e il 71% ignora l’obbligo di installare un sistema Alcolock nei veicoli di chi ha superato quei limiti.
Parallelamente, i numeri relativi alle abitudini di guida sono altrettanto inquietanti: il 32% dichiara di consumare bevande alcoliche prima di mettersi al volante e il 14% ammette di aver guidato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La distrazione, un altro fattore consolidato, vede il 46% degli italiani usare il cellulare mentre guida – cifra che sale al 59% nella fascia 18-34 anni – e il 52% afferma di aver guidato almeno una volta stanco o assonnato.
Sul fronte della sicurezza, il 15% non utilizza regolarmente la cintura di sicurezza, mentre il 47% non conosce le regole per l’uso del seggiolino per bambini; l’11% ha addirittura trasportato minori senza cintura o seggiolino.
Perché tutto ciò riguarda anche il settore automotive
In un contesto in cui l’innovazione, la tecnologia e la sostenibilità guidano parte del dibattito sulla mobilità, non possiamo trascurare la dimensione educativa. Un’industria automobilistica forte richiede utenti consapevoli, infrastrutture adeguate e cultura della sicurezza.
Quando il pubblico non conosce le regole – o non le rispetta – l’efficacia delle tecnologie più avanzate (ADAS, sistemi di assistenza, veicoli connessi) rischia di essere compromessa. Promuovere l’educazione stradale diventa così un investimento che restituisce valore anche al settore automotive: meno incidenti, minori costi sociali e maggiore fiducia nella mobilità.
Il progetto “Locauto on Tour”: un passo concreto
Proprio con questo spirito, Locauto Group rinnova il suo impegno con la seconda edizione del progetto Locauto on Tour, articolato su due direttrici: una ricerca-studio e un ciclo di otto incontri formativi rivolti agli studenti delle scuole superiori.
Gli eventi si terranno a Pescara e Verona tra novembre e dicembre 2025, e proseguiranno a Palermo e Pisa nei primi mesi del 2026. Gli incontri, gratuiti, affronteranno i rischi legati a alcol, droghe, distrazioni e mancanza di conoscenza del Codice della Strada, con la partecipazione di esperti, istituzioni e l’Associazione Italiana Vittime e Infortuni della Strada (A.I.V.I.S.), che porterà testimonianze dirette.
L’iniziativa dimostra come l’industria della mobilità italiana possa assumere un ruolo attivo nella diffusione di una cultura della guida responsabile. È un segnale positivo per un comparto spesso raccontato solo in chiave tecnologica o industriale.
Verso un cambio di passo condiviso
Il tasso di mortalità stradale in Italia resta superiore alla media europea, con 51,4 morti per milione di abitanti nel 2024. Serve quindi un approccio integrato che unisca rete, tecnologia, educazione e responsabilità.
L’industria dell’automotive, con case automobilistiche, operatori del noleggio, flotte aziendali e scuole guida, ha l’occasione di non limitarsi a innovare, ma anche di formare. Difendere questo settore significa prendersi cura delle condizioni in cui opera: utenti formati, infrastrutture adeguate, comportamenti corretti.
L’educazione stradale non è solo un tema etico: è una leva economica, sociale e culturale che rafforza l’intero sistema della mobilità. Le iniziative come “Locauto on Tour” vanno nella direzione giusta, ma devono diventare prassi costante, sostenute da politiche pubbliche coerenti e da una comunicazione condivisa.
La mobilità del futuro non sarà solo elettrificazione e connettività: sarà consapevolezza, rispetto e conoscenza. Solo così potremo dire, davvero, di essere sulla strada giusta.