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Prezzi auto in Europa: ecco dove costano meno e perché

© Hyundai

Comprare un’auto nuova in Europa non costa ovunque la stessa cifra. A incidere non sono solo il potere d’acquisto o i listini dei costruttori, ma soprattutto tasse, incentivi e politiche nazionali. Secondo i nuovi dati diffusi da Eurostat, il divario tra i vari Paesi dell’Unione può superare il 30%, con la Danimarca in testa come mercato più caro e la Macedonia del Nord come quello più conveniente.

Una differenza che riflette la complessità del mercato automobilistico europeo, dove fiscalità, costo della vita e domanda locale determinano prezzi molto diversi anche per gli stessi modelli.

Dove le auto costano di più

La Danimarca si conferma il Paese europeo con i prezzi medi delle auto più alti, ben +19,1% rispetto alla media UE. Il motivo è semplice: l’imposizione fiscale sulle vetture è tra le più elevate del continente. In Danimarca, infatti, i dazi e le accise sui mezzi privati sono storicamente altissimi, una scelta legata a politiche di mobilità volte a scoraggiare l’uso dell’auto privata nei centri urbani.

Subito dietro si collocano Islanda (+18,1%)Paesi Bassi (+14,3%)Irlanda (+10,3%) e Svizzera (+10,2%), tutti Paesi dove la tassazione sull’acquisto di veicoli e i costi di gestione (assicurazioni, bollo, carburante) incidono fortemente sul prezzo finale.

Un secondo gruppo di Stati — Albania, Belgio, Finlandia, Austria e Portogallo — presenta invece rincari più contenuti, oscillanti tra il +3% e il +6% rispetto alla media.

Dove le auto costano meno

Sul fronte opposto, il primato della convenienza spetta alla Macedonia del Nord, dove i prezzi medi sono inferiori del 12,3% rispetto alla media europea.

Segue la Slovacchia (-11,4%), che negli ultimi anni si è imposta come hub manifatturiero per il settore automotive, ospitando stabilimenti di marchi come Volkswagen, Kia, PSA e Jaguar Land Rover. La presenza di una produzione locale spinge i costi verso il basso, grazie a una filiera corta e manodopera competitiva.

Anche Slovenia (-8,7%)Cipro (-8,6%)Repubblica Ceca (-8,4%)Norvegia (-8,3%)Lettonia (-7,5%)MontenegroPolonia (entrambi -7,2%) offrono condizioni di prezzo favorevoli.

In generale, i mercati dell’Europa centrale e orientale si confermano i più accessibili, complici un potere d’acquisto inferiore e una politica fiscale più leggera per sostenere la motorizzazione privata.

L’Italia e i grandi mercati europei

L’Italia si posiziona leggermente sotto la media UE (-0,3%), seguita dalla Francia (-0,2%), mentre la Germaniaregistra valori appena superiori (+0,4%). Tra le quattro principali economie del continente, la Spagna è la più conveniente con prezzi più bassi del 3,8%.

Un equilibrio che riflette la stabilità dei mercati maturi, dove le oscillazioni di prezzo sono contenute da volumi di vendita elevati, forti reti di concessionari e presenza di incentivi statali mirati.

SUV: il segmento che costa di più

Secondo Eurostat, i SUV rappresentano ormai il 60% delle immatricolazioni totali in Europa, ma anche la categoria che ha subito i rincari maggiori.

Tra il 2018 e il 2024, i modelli di segmento C (SUV compatti) hanno registrato un aumento medio dei prezzi del 36%, soprattutto in Germania, Francia e Italia.

Subito dopo si piazzano i SUV di segmento B (+34%), mentre le utilitarie e le citycar hanno mantenuto variazioni più contenute, grazie alla concorrenza e all’ingresso di modelli elettrici low cost.

Questi dati evidenziano come la crescente domanda di SUV stia influenzando i prezzi medi del mercato, spingendoli verso l’alto anche nei Paesi tradizionalmente più economici.

Le ragioni dietro le differenze di prezzo

A determinare le differenze tra un Paese e l’altro contribuiscono diversi fattori:

  • Tassazione: imposte e accise sull’acquisto e sulla proprietà dell’auto variano enormemente.
  • Incentivi all’elettrico: i bonus per i veicoli a basse emissioni alterano i listini.
  • Costi di importazione e produzione: i Paesi con impianti produttivi locali hanno prezzi più bassi.
  • Domanda interna: mercati più saturi, come Germania e Francia, mantengono una maggiore stabilità.
  • Inflazione e costo della vita: incidono direttamente sul potere d’acquisto e sul prezzo medio finale.

Prospettive per il 2026

Gli analisti prevedono che nel 2026 il divario tra Paesi dell’Est e dell’Ovest si ridurrà, grazie alla crescente omologazione tecnologica e alla diffusione dei veicoli elettrici di nuova generazione. Tuttavia, le differenze fiscali e di reddito continueranno a influenzare il mercato, mantenendo l’Europa come un mosaico eterogeneo di prezzi e politiche.

Per i consumatori, la buona notizia è che la concorrenza si fa più ampia e trasparente: con le vendite online e i nuovi canali diretti dei costruttori, acquistare un’auto all’estero diventa sempre più semplice e conveniente.