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I giovani vogliono ancora prendere la patente? Come cambia il rapporto con l’auto nel 2025

© Handy Wicaksono

Per anni, la patente a 18 anni ha rappresentato il simbolo assoluto di indipendenza: il documento che sanciva l’ingresso nell’età adulta e permetteva di salire finalmente al volante. Ma oggi, osservando i ragazzi nati nel 2007 che compiono 18 anni nel 2025, la domanda sorge spontanea: i giovani vogliono ancora prendere la patente? La risposta non è banale e racconta molto del cambiamento sociale, economico e culturale che attraversa la nuova generazione.

La ricerca realizzata da Future Concept Lab per Subito offre una fotografia completa del mondo dei giovani adulti di oggi: consapevoli, pragmatici, digitali, meno legati alla simbologia del passato e più interessati a costruire un’autonomia che non per forza passa da un’auto propria. Allo stesso tempo, però, il desiderio di guidare e di muoversi liberamente non è affatto scomparso: è cambiato nei tempi, nei modi, nelle priorità. Per il settore automotive questo rappresenta una trasformazione cruciale, da interpretare e accompagnare.

La patente non è più immediata: perché i giovani la rimandano

I dati parlano chiaro: se nel 2011 il 95% dei neo maggiorenni otteneva la patente quasi subito, oggi la percentuale oscilla attorno al 46%. Questo significa che meno della metà dei giovani italiani si mette alla guida appena compiuti i 18 anni. Si tratta di un calo netto ma non di un disinteresse totale. Le motivazioni sono molteplici e spesso molto pratiche.

La prima è economica: prendere la patente costa. Tra iscrizione, lezioni di guida, prove pratiche e assicurazione per i neopatentati, la spesa finale può superare facilmente i mille euro. Una cifra non sempre sostenibile per ragazzi che ancora vivono in famiglia, studiano o stanno costruendo il proprio futuro. La seconda motivazione riguarda la disponibilità dei genitori: oggi più presenti, più flessibili e più disposti ad accompagnare i figli negli spostamenti quotidiani, riducendo l’urgenza di avere un veicolo proprio.

Un altro fattore è la mobilità intermodale. I diciottenni del 2025 si muovono ogni giorno con almeno due mezzi diversi: il 52,7% cammina regolarmente, il 45,8% usa i mezzi pubblici, il 28,2% la bici e il 44% l’auto… ma guidata dagli adulti. In un contesto simile, l’auto non è più l’unico mezzo possibile, ma uno dei tanti strumenti disponibili. Questo cambia radicalmente la percezione della patente: meno obbligo e più scelta.

Il desiderio dell’auto rimane, ma cambia significato

Se la patente si ottiene più tardi, il desiderio di guidare non viene meno. Secondo la ricerca, il 43,4% dei giovani considera la patente fondamentale, mentre il 39,9% sogna un’auto di proprietà. Il punto è che la conquista dell’auto avviene oggi in modo più lento, più ponderato e più legato alla realizzazione personale.

Per questi giovani guidare significa indipendenza, ma anche responsabilità. Significa avere un mezzo che serve davvero, non semplicemente un simbolo sociale. Anche per questo la fase di transizione verso la guida include spesso l’uso dell’auto di famiglia o soluzioni di mobilità condivisa. L’acquisto arriva dopo, quando si è più consapevoli e più solidi economicamente. È qui che l’automotive deve essere capace di offrire risposte nuove, dalle citycar accessibili alle formule di noleggio flessibile.

Il viaggio è la nuova “prima auto”

Se un tempo la prima grande libertà era guidare, oggi è viaggiare. Il desiderio principale dei neo 18enni è partire: il 29,2% sogna di farlo tutto l’anno, il 26,1% desidera vacanze in altri continenti e il 22,9% punta a esperienze di studio all’estero. Il viaggio, per i giovani di oggi, rappresenta ciò che l’auto rappresentava una volta: opportunità, autonomia, scoperta.

Non stupisce che le compagnie low cost e le piattaforme di prenotazione online svolgano un ruolo centrale in questa evoluzione. Un biglietto aereo a basso costo richiede meno impegno economico di una patente e offre un’esperienza immediata. Il settore auto deve quindi confrontarsi con un competitor inatteso: il mondo dei viaggi. Ma l’intersezione è possibile, soprattutto se l’auto viene ripensata come mezzo per scoprire luoghi, vivere esperienze, entrare nel viaggio stesso.

Giovani più consapevoli e “smart&sustainable”

I nati nel 2007 sono descritti come ExperTeens: non più attratti dalla sola visibilità social, ma alla ricerca di autenticità, competenze reali e coerenza. Questo vale anche per i consumi. Sono “emotivi competenti”, capaci di muoversi nel digitale per acquistare e vendere in modo smart e sostenibile. Il 95% dei giovani tra 18 e 24 anni ha comprato o venduto usato nell’ultimo anno: risparmio, unicità e sostenibilità sono le principali motivazioni.

La logica smart&sustainable si riflette anche nella scelta dell’auto. Molti guardano all’usato di qualità come prima soluzione, perché più accessibile, più pratica e più coerente con i loro valori. Le piattaforme di re-commerce e i marketplace specializzati favoriscono questo approccio. Non è disaffezione verso il mondo auto: è un modo diverso di entrarci.

Paure, speranze e identità della generazione 2007

I giovani di oggi vivono molto nel presente, ma non smettono di interrogarsi sul futuro. Tra le principali paure emergono:

  • problemi familiari (63,1%)
  • solitudine o mancanza di relazioni solide (54,5%)
  • timore di non soddisfare le aspettative di genitori e società (54,4%)

Sono paure concrete, che mostrano una generazione consapevole e sensibile. Ma ci sono anche speranze molto nette: costruire una vita attorno alle proprie passioni (18,2%), formare una famiglia (18,1%) e viaggiare conoscendo il mondo (18,1%). Obiettivi che richiedono tempo, stabilità e scelte ponderate. Anche questo spiega perché la patente si sposta più avanti: prima viene la costruzione della persona, poi quella dell’automobilista.

Una generazione che non abbandona l’auto: la ripensa

In definitiva, i giovani vogliono ancora prendere la patente? Sì, ma con tempi nuovi. Non è un rifiuto. È una trasformazione.

La patente resta importante, l’auto resta simbolo di indipendenza, ma la conquista avviene seguendo un percorso più lento, più razionale, più sostenibile. Ed è proprio qui che l’automotive può fare la differenza: offrendo modelli accessibili, esperienze d’uso flessibili, usato certificato, soluzioni integrate con i nuovi stili di vita.

I giovani non abbandonano l’auto. La stanno riportando al suo significato originario: un mezzo per vivere, non un simbolo per apparire.