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Senso civico alla guida: gli italiani migliorano, ma restano troppe zone grigie

© Autoscout24

Il senso civico alla guida in Italia mostra segnali di miglioramento, ma il quadro resta complesso e tutt’altro che risolto. A distanza di tre anni dalla prima rilevazione e a un anno dall’introduzione del nuovo Codice della Strada, qualcosa si muove: la quota di automobilisti che ammette comportamenti scorretti passa dal 33% al 29%. Un dato positivo, seppur contenuto, che racconta un cambiamento lento, fatto più di aggiustamenti individuali che di una vera svolta culturale.

La fotografia emerge da una nuova indagine realizzata dal Centro Studi di AutoScout24, che ha analizzato 22 comportamenti chiave alla guida, mettendo a confronto i dati del 2022 con quelli del 2025. Il risultato è chiaro: tre italiani su dieci dichiarano di aver modificato il proprio stile di guida, ma restano forti resistenze su alcune abitudini storicamente radicate.

Velocità e aggressività: le scorrettezze più normalizzate

Il comportamento scorretto più diffuso continua a essere il superamento dei limiti di velocità, indicato dall’85% degli automobilisti come una pratica adottata almeno raramente. Un dato che colpisce perché racconta quanto il rispetto delle regole venga ancora percepito come flessibile, soprattutto quando non si avverte un rischio immediato.

Subito dopo emergono gli atteggiamenti aggressivi alla guida, ammessi dal 69% degli automobilisti. Dalla mancata precedenza ai gesti di insofferenza nel traffico, passando per l’uso improprio del clacson, la strada resta uno spazio dove la tensione prende spesso il sopravvento sul rispetto reciproco. Non aiutano comportamenti come il non fermarsi davanti a un guidatore in difficoltà (58%) o il non agevolare chi è in evidente necessità pur avendone la possibilità (60%). Segnali di un senso civico ancora fragile, soprattutto nei contesti urbani più congestionati.

Pedoni e semafori: i segnali più incoraggianti

Non mancano però le buone notizie. Tra i miglioramenti più evidenti spicca il rispetto delle strisce pedonali: la quota di chi ammette di non fermarsi per far attraversare i pedoni scende dal 55% al 33%. Un calo netto, che suggerisce una maggiore attenzione verso gli utenti più vulnerabili della strada.

Ancora più significativo il dato relativo al passaggio con il semaforo rosso, che passa dal 19% al 7%. Qui il ruolo delle sanzioni più severe e dei controlli appare evidente, a dimostrazione che le regole, quando applicate con coerenza, possono incidere sui comportamenti.

Cellulare e alcol: consapevolezza in crescita, ma non per tutti

Il nuovo Codice della Strada sembra aver prodotto effetti anche su due dei temi più delicati: uso del cellulare alla guida e alcol al volante. Nel primo caso, la percentuale di automobilisti che utilizza il telefono senza auricolare o vivavoce scende dal 38% al 21%. Il 12% dichiara esplicitamente di aver cambiato comportamento dopo l’inasprimento delle sanzioni.

Resta però una zona grigia culturale: una parte degli automobilisti continua a giustificare l’uso del cellulare, soprattutto quando la chiamata è percepita come breve. Una percezione errata del rischio, che ignora il fatto che anche pochi secondi di distrazione possono avere conseguenze gravi.

Sul fronte alcol e guida, il miglioramento è più contenuto ma comunque significativo: nel 2025 il 26% degli automobilisti ammette di mettersi alla guida dopo aver bevuto, contro il 33% del 2022. Il 13% afferma di aver adottato uno stile di guida più prudente dopo l’introduzione delle nuove sanzioni. Anche qui, però, resistono giustificazioni legate alla presunta “tolleranza personale”, un mito difficile da sradicare.

Parcheggi disabili e rispetto degli spazi comuni

Meno marcato, ma comunque rilevante, il cambiamento sul tema dei parcheggi riservati alle persone con disabilità. Il 6% degli automobilisti dichiara di aver migliorato il proprio comportamento dopo l’inasprimento delle sanzioni. Tuttavia, circa il 12% continua a ritenere accettabile occupare uno stallo riservato, soprattutto per soste considerate brevi. Un dato che racconta quanto il rispetto degli spazi comuni sia ancora subordinato alla convenienza personale.

Regole necessarie, cultura indispensabile

Come sottolinea Sergio Lanfranchi, del Centro Studi AutoScout24, il quadro che emerge è fatto di luci e ombre. Le regole funzionano, ma non sono sufficienti da sole. Senza un cambiamento culturale profondo, il rischio è quello di assistere a miglioramenti temporanei, destinati a rallentare nel tempo.

La sicurezza stradale non è solo una questione di multe o controlli, ma di responsabilità condivisa. Informazione, educazione e consapevolezza restano strumenti fondamentali per trasformare comportamenti corretti in abitudini consolidate. Perché il vero obiettivo non è semplicemente ridurre le infrazioni, ma costruire un modo diverso di stare sulla strada, più attento, più rispettoso e più maturo.