Ford Fusion Hybrid, ecco il frutto della sinergia tra il colosso americano,
l’Università del Michigan e la compagni assicurativa
State Farm.
Si tratta di un
prototipo di auto a guida completamente automatica, che punta a perfezionare le
tecnologie avanzate di automazione e di riduzione delle emissioni, che un
domani saranno a bordo delle
auto di serie. La Fusion è la
gemella americana della prossima
Mondeo, che arriverà anche nella
versione ibrida, nell'autunno del 2014.
Raj Nair, Vice Presidente Sviluppo Prodotti Globali di Ford ha dichiarato. “
Con questo progetto di ricerca, di cui mostriamo i progressi con il prototipo della Fusion Hybrid a guida automatica, possiamo studiare i limiti di queste tecnologie e determinare le caratteristiche dei sistemi che potrebbero arrivare sulle auto di serie sia nel breve che nel medio termine”.
La Fusion Hybrid è quindi una piattaforma di ricerca per lo sviluppo, sviluppata sugli studi effettuati nell’ambiente di realtà virtuale
VIRTTEX, un
simulatore di guida sviluppato da Ford. Sull'immediato, o quasi, Ford svilupperà nuovi dispositivi sulla base dei sistemi già disponibili, come l’Active Park Assist e l’Active City Stop, per offrire tecnologie come il
parcheggio completamente automatico e l’assistenza alla guida nel traffico.
Nel medio termine so perfezionerà la
comunicazione veicolo-veicolo. Per
segnalare con largo anticipo pericoli e situazioni di rischio e
sincronizzare movimenti e velocità viaggiando in ‘formazione’, migliorando sia la sicurezza che la fluidità del traffico.
A lungo termine saranno proposti
sistemi di guida e parcheggio completamente automatici. Le auto
comunicheranno sia tra loro che con le infrastrutture.
La Fusion Hybrid
è dotata di tecnologie avanzate disponibili nella gamma Ford, quali: monitoraggio della zona d’ombra (BLIS), Active Park Assist, monitoraggio della segnaletica orizzontale, controllo adattivo della velocità di crociera con Forward Alert.
Su questo laboratorio a quattro ruote ci sono 4
sensori LiDAR (Light Detection And Ranging), che utilizzano
raggi di luce per effettuare una scansione tridimensionale dell’area intorno all’auto, in un raggio di 60 metri. I sensori creano
una mappa ambientale che contiene ogni oggetto in grado di riflettere la luce, compresi pedoni e ciclisti, e
capaci di distinguere un piccolo animale alla distanza di un campo da calcio.
Dal canto suo l’Università del Michigan, porta avanti lo studio di nuove tecnologie basate su sensori di nuova generazione. I ricercatori dell'ateneo analizzano
i dati, trilioni di byte generati dai sensori di bordo, per creare mappe realistiche dell’ambiente circostante e aiutare il veicolo a muoversi autonomamente. Il gruppo
State Farm ha collaborato invece sullo studio delle tecnologie di sicurezza attiva per determinare in che percentuale riescono a ridurre il rischio di tamponamenti.