Eletto nel 1999 al Parlamento Europeo nella lista di un partito conservatore finlandese, è stato riconfermato nel 2004; questa volta però in un collegio in Francia e nelle file dell’” Union pour un Mouvement Populaire”, cioè il partito del presidente francese Nicolas Sarkozy. Da europarlamentare, Vatanen si è fatto apprezzare per l’assiduità con la quale ha frequentato l’assemblea: nella precedente legislatura ha presenziato alle sedute 233 giorni su 288, che equivale a una percentuale dell’80 per cento. Nella sua attività di politico, va segnalata la relazione, presentata a nome della Commissione Affari Esteri dell’Unione Europea, che sosteneva che la Comunità Europea “può realizzare pienamente il suo potenziale soltanto sviluppando un forte legame transatlantico ed un rapporto di complementarietà con la NATO”. A guardare bene, un certo modo di fare e un talento “da politico” Vatanen l’aveva anche da pilota: abile nelle pubbliche relazioni, scaltro nel tessere rapporti con i dirigenti dei team ufficiali delle Case automobilistiche, ma molto meno affabile con i colleghi, riusciva sempre a concludere accordi vantaggiosi. Insomma, uno che, doti da fuoriclasse a parte, non ha mai avuto difficoltà a trovare un “volante”, come in gergo è anche definito un ingaggio. Ciò, tuttavia, non significa affatto una personalità pronta a incassare tutto.
Nel 1987, durante il leggendario rally finlandese dei 1000 Laghi, una delle competizioni più spettacolari del campionato del mondo, l'etereo Vatanen fu protagonista di un episodio curioso, ma significativo del personaggio. Già allora in Finlandia la Polizia stradale era inflessibile nel fare rispettare soprattutto i limiti di velocità. Supportata da veri e propri “commandos” in agguato tra gli alberi, dietro i cespugli e i covoni di fieno e nei posti più inimmaginabili, la “Poliisi” era minuta di micidiali pistole-radar per il rilevamento della velocità; che un decennio dopo sarebbero comparse anche sulle nostre strade. Quella volta una pattuglia della Polizia Stradale aveva fermato e, malgrado i limito fossero stato superati di 3-5 km/h, multato pesantemente una decina di persone, quasi tutte al seguito del rally, soprattutto giornalisti e fotografi che si stavano recando all’inizio di una prova speciale, poco più distante. Ma anche a un mezzo di assistenza della Lancia. Uno dei primi piloti ad arrivare fu Ari Vatanen, in quell’occasione al volante di una nera Sierra Cosworth a trazione posteriore del team Ford-Texaco. Indispettito dall’intolleranza l’asso finlandese si slacciò con rabbia le cinture di sicurezza, scese dalla vettura e con passo deciso si avvicinò ai poliziotti apostrofandoli in inglese perchè tutti capissero. Disse loro, con tono pacato ma fermo, di vergognarsi di trattare come criminali cittadini stranieri che erano lì per fare il loro mestiere. Aggiunse che quell’atteggiamento da “caccia al ladro” non era certamente un bel biglietto da visita che la Finlandia distribuiva alla stampa internazionale. Poi si voltò, si allontanò e, tra gli applausi dei malcapitati, risalì nella Sierra numero 6; quindi affrontò e vinse la prova speciale. Finì il rally al secondo posto assoluto, dietro la Lancia Delta 4WD di Markku Alen. La Polizia fece rapporto alla direzione gara – a quelle latitudini non si guarda in faccia a nessuno – ma la cosa finì lì. Vatanen, comunque, uno scopo l’aveva ottenuto: accattivarsi le simpatie dei giornalisti.
Che cosa potrebbe fare Ari Vatanen per lo sport dell’automobile da presidente della Fia? L’ex campione ed ex europarlamentare è un personaggio che viene dai campi di gara – anche se ai suoi tempi era tutto diverso e se ha gareggiato soltanto nei rally – può contare su una vasta rete di conoscenze nel mondo delle corse internazionali – al suo fianco, da navigatore, sedeva David Richards, il patron della Prodrive che intende entrare in Formula 1 – e sulla popolarità. Tra le specialità di punta dell’automobilismo mondiale, il rally è forse quella che più di altre ha bisogno di essere rifondata; perchè quella che oggi appare maggiormente in crisi. Soprattutto di identità.