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Volkswagen, per i tedeschi restano auto eccellenti

In Germania sono degli inguaribili ottimisti e lo spirito patriottico non manca di certo. Il caso Volkswagen è stato sottoposto all'attenzione di 1000 intervistati, con un sondaggio condotto dall'istituto di ricerca Prophet e i risultati emersi tracciano un quadro ben lontano da possibili tracolli nella fiducia degli automobilisti. Un'ampia maggioranza, infatti, ritiene che il gruppo tedesco costruisca ancora auto eccellenti sul fronte tecnico, visto che il 65% si dice "pienamente" o "molto d'accordo" con l'affermazione. Per un 35%, invece, la supremazia tecnica non c'è più. In attesa che siano i dati delle vendite a certificare l'orientamento rilevato dal sondaggio, quando viene chiesto se acquisterebbero ancora un'auto Volkswagen, ben il 74% non ha dubbi: se il modello è convincente e l'offerta allettante, perché no? Quale sia la percezione degli intervistati sul "sistema" auto emerge chiaramente davanti all'affermazione: "Volkswagen non è l'unico caso, altri marchi manipolano i dati e non sarà probabilmente l'ultimo episodio del quale si avrà conoscenza". Una percentuale bulgara, il 91%, si dice del tutto o molto d'accordo. Inoltre, relativamente ai danni d'immagine per il sistema Paese, il made in Germany, secondo il 60% non ci saranno ripercussioni irrecuperabili in senso negativo sul lungo periodo (la pensa diversamente il 40%), arrivando a scommettere, il 63%, che tra un anno il dieselgate sarà una storia dimenticata. L'ottimismo degli intervistati, secondo quanto rilevato dai sondaggisti, indica un forte legame creato tra marchio e consumatori, tuttavia, secondo gli analisti quanto accaduto dovrà essere l'occasione per modificare la struttura societaria e costruire un nuovo rapporto con i clienti; inoltre, le multe che arriveranno per lo scandalo, le richieste di risarcimento, le class action che potrebbero minare le casse del gruppo, non dovranno impattare eccessivamente sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in una fase di nuove frontiere tecniche da approfondire. Cruciale, insomm, non restare fermi di fronte a competitors che potranno investire senza doversi preoccupare dei tagli da operare per sopravvivere alle sanzioni da miliardi di euro che si prospettano. Fabiano Polimeni