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La Rolls Royce "psichedelica" di Lennon torna a Londra

Era l'aprile del 1967 e i Beatles registravano il loro ottavo album. John Lennon guidava già una Rolls Royce Phantom V da due anni, status simbol british per eccellenza. Mentre il quartetto di Liverpool era in sala di registrazione per incidere Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band, la Phantom finiva tra le mani di JP Fallon. Non erano sufficienti le modifiche apportate da Lennon per renderla un'auto unica, un'auto da Beatles.

Al posto dei sedili posteriori era stato inserito un letto; telefono, tv, giradischi e frigobar gli altri comfort. Certo non difettava lo spazio, sui 6 metri e 4 centimetri della Phantom e un passo di oltre 3 metri e 65 centimetri e la massa extra un problema secondario, considerate le 2 tonnellate e mezzo di partenza, mosse da un motore V8 da 6.2 litri. Pensò bene di liberarla del nero Valentine per una tinta molto più eccentrica e vistosa. Colori a casaccio? Neanche per sogno. Sulla base gialla c'è l'omaggio alla cultura gipsy, motivi floreali e segno zodiacale impresso sul tetto. Il tutto completato dall'immutato Spirit of Ecstasy sulla calandra.

Uscirà dal Royal British Columbia Museum in Canada, attraverserà nuovamente l'Atlantico - la prima volta avvenne nel 1970, per seguire Lennon negli USA - e verrà esposta al pubblico su New Bond Street, da Bonham, dal 29 luglio al 2 agosto, una delle The Great Eight Phantoms, a 50 anni dalla trasformazione in concomitanza con il lancio dell'album. 

Lennon guidò la Phantom fino al 1969, la portò con sé negli Stati Uniti e passò di mano fino a essere donata nel 1977 al museo di Victoria, nella British Columbia in Canada.