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Noor Daoud, la drifter palestinese "Fast and Furious"

Virgole rosa sull’asfalto, firmate Noor Daoud. Dalla Palestina al mondo del drifting, prima pilota donna della categoria, nel mondo arabo. Una passione per il motorsport che l’ha portata in pista nel 2009 per il debutto. Velocità allora, poi il colpo di fulmine, nel 2011, con l’arte del traverso. Ha superato i pregiudizi sociali, per diventare drifter di professione è stata costretta a trasferirsi dalla Palestina a Dubai. 

E non si è limitata a mettersi alla prova in prima persona. Fa parte del primo team mediorientale composto interamente da donne. Le Speed Sisters corrono dal 2009 e la loro storia è stata raccontata in un docu-film dal titolo omonimo nel 2015: cinque donne da corsa, squadra diretta da Maysoon Jayyusi, la manager, in pista si misurano Mona Ali, Marah Zahalka, Betty Saadeh e Noor Daoud.

Il drifting, la forma d’espressione di questa passione per Daoud, che racconta: «E’ la mia vita, la mia passione, l’unica cosa che mi rende davvero felice. A volte, credo che la macchina e io siano un’unica cosa. Anche solo stare in macchina e sentire il sound del motore è la gioia più grande».

Le corse, un modo per emanciparsi: «Ho iniziato a collezionare macchine giocattolo da quand’ero molto giovane. Nel 2009 sentii di una prova di velocità ed ero emozionata all’idea di poter partecipare. Nel 2011 mi sono diretta a una forma diversa di motorsport, il drifting, ed era quel che volevo. Con The Speed Sisters siamo un team, ci supportiamo reciprocamente. Quando uscì il film le persone conobbero di più della nostra storia. Siamo ragazze mediorientali che rappresentano la Palestina, non era semplice per noi costituire una squadra e correre. Sono fiera di quel che abbiamo ottenuto».