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Jeep Grand Commander, lo spirito Yuntu riservato alla Cina

Un maxi-suv ritagliato appositamente sulle esigenze del cliente cinese. Dalla prima visione offerta nel 2017 a Shanghai, l'allora concept Yuntu, si passa a Jeep Grand Commander. Ai necessari adeguamenti subiti dalla show-car per la concreta industrializzazione – dalla rivisitazione dei futuristici interni passando per le portiere con apertura controvento e l'assenza del montante B – si arriva a una Gran Commander che sviluppa il disegno del frontale, porta i gruppi ottici a seguire le linee del Grand Cherokee e amplia le aperture sul paraurti, sul quale si intravede l'occhio della telecamera funzionale ai sistemi di assistenza alla guida. 

Invariata la linea di cintura, l'impostazione originale del posteriore con la coda tronca vista su Jeep Yuntu concept sembra farsi meno estrema nella zona dei montanti D su Grand Commander. Nasce su una piattaforma dedicata, il suv 7 posti e dalla divisione cinese di Jeep viene segnalata la disponibilità del motore turbo benzina 2 litri, propulsore recentemente offerto dal marchio sulla nuova Wrangler e la rinnovata Cherokee, con uno step di potenza di 270 cavalli.

Ulteriori dettagli, dalle dimensioni – si navigherà in quota 5 metri di lunghezza – alle motorizzazioni che affiancheranno il 2 litri quattro cilindri, sono attese a ridosso di un debutto in pubblico che potrebbe avvenire al Salone di Pechino, il prossimo aprile: l'appuntamento più in vista per il mercato cinese.