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Fiat Ritmo by Schermi Design, se tornasse oggi la vorremmo così

Difficile, in Italia, trovare una famiglia che non abbia posseduto (almeno) una Fiat. Senza contare chi può vantare una lunga genealogia, magari partendo dalla 128, per poi passare alla Ritmo e successivamente alla Tipo. Litigandoci, talvolta, ma volendo loro bene come fossero stati membri di famiglia. E non solo perché quando si ripensa alla gioventù sembra tutto più bello.

Non pochi sperano in un rilancio di alcuni classici popolari e più di un designer ha provato ad immaginare come potrebbero essere le nuove generazioni, aggiornate secondo canoni estetici contemporanei, rinfrescate da un appeal di nuovo millennio, ipotetiche riedizioni di  modelli capaci di lasciare il segno.

Uno su tutti Paolo Schermi (qui il sito web), che inizia la sua carriera nel Centro Stile Fiat. E’ il 1986 e per farsi le ossa parte come modellatore clay per lo sviluppo dei modelli in scala ridotta e gesso per modelli in scala reale. Promosso designer, partecipa al progetto Punto fin dal primo giorno, quando una delle auto di maggior successo del marchio è ancora un foglio bianco. Partecipa alla ricerca di stile della Barchetta e del Coupé, disegna una Delta Integrale destinata a rimanere in un cassetto, erede mai nata dell'icona tuttora tanto attesa e ciclicamente invocata.

Qualche anno dopo decide di cercare nuovi stimoli, tuttavia  mamma Fiat gli è rimasta nel cuore, così come il vizio di ripensare e attualizzare alcuni modelli che hanno fatto la storia del Lingotto. A partire dalla Ritmo. “Ero giovane quando uscì – ci scrive il designer -, era rivoluzionaria. Cinque porte, grande abitabilità, cofano spiovente, smussi intorno alla finestratura, rivoluzione negli interni e i primi scudi paraurti interamente in plastica. Anche il nome era moderno, una parola al posto degli asettici numeri che suscitava dinamismo”.

La Ritmo ebbe un successo considerevole, tanto da meritare anche una declinazione cabrio, nonché la celebre Abarth, sfidante italiana della Golf GTI e protagonista dei rally di fine anni '70. Un simbolo di un'Italia a motore tramontata ma attualizzabile. Ecco dunque che Schermi ridà vita alla Ritmo, con un nuovo tridente che comprende anche ipotesi di Cabrio e Abarth. Indulgendo ma senza eccedere con la nostalgia e senza esagerare con gli effetti speciali. Mantenendosi fedele alla sobria filosofia della Ritmo, portata nel nuovo millennio.