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Dieselgate, arrestato il numero 1 di Audi: rischio occultamento prove

ROMA - Il ceo dell'Audi, Rupert Stadler è stato fermato dalla polizia tedesca, che ha giustificato l'arresto parlando di "rischio di occultamento di prove". Lo riferisce la Dpa, citando fonti della Volkswagen. Il manager è indagato nell'ambito del dieselgate. Soltanto una settimana fa la procura di Monaco II aveva disposto perquisizioni nelle abitazioni private e negli uffici personali del ceo e di un altro membro del board. Audi ha già confermato la messa in stato di arresto. "Confermiamo che Stadler è stato arrestato in via preliminare", ha dichiarato un portavoce della casa automobilistica tedesca.

Il gruppo automobilistico tedesco è sotto indagine dal 2015 da parte della procura di Monaco di Baviera, oltre che dalle autorità di diversi paesi, per lo scandalo delle emissioni truccate. 

La scorsa settimana Vw, di cui il marchio Audi fa parte, ha accettato di pagare, riconoscendo la propria responsabilità, la sanzione di 1 miliardo di euro decisa dalla procura di Stato di Braunschweig. Ma i guai giudiziari del gruppo, come ricorda Bloomberg, sono maggiori coinvolgendo non solo la Germania ma altri 55 paesi e comprendono anche la manipolazione del mercato azionario. Complessivamente il gruppo ha dovuto accantonare 27 miliardi di euro per fare fronte a sanzioni, riacquisto azioni e costi mentre gli investitori la accusano di aver informato il mercato troppo tardi dell'inchiesta.