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Morto Lee Iacocca, il papà della Mustang

Un gigante dell’industria automobilistica ci ha lasciati. Lee Iacocca è morto nella sua casa di Los Angeles, all’eta di 94 anni, a causa di complicazioni dovute al Parkinson, malattia che lo aveva colpito da tempo. Il manager, di origini italiane, è passato alla storia per la creazione della Ford Mustang e per il salvataggio della Chrysler negli anni ’80.

Dalla provincia di Benevento, alla Pennsilvania. E’ dalla Campania che inizia il viaggio della famiglia Iaccoca che, come centinaia di migliaia di altri italiani agli inizi del ‘900, hanno attraversato l’Atlantico in cerca di fortuna negli USA. Il padre iniziò a gestire sale cinematografiche, ma colpito duro dalla crisi del ’29 perse tutto. Nonostante le difficoltà, Lee riusci a laurearsi in Ingnegneria.

Nascita della Ford Mustang

Nel 1946, il giovane Iaccoca iniziò a lavorare in Ford come ingegnere, per passare dalla progettazione al campo del marketing. Il colpo di genio che lo proiettò dalla provincia al quartier generale Ford fu la campagna 56 for 56, una promozione attraverso la quale mise in vendita le auto del 1956 a rate da 56 dollari al mese.

Ma il suo nome è diventato immortale in seguito alla creazione di un modello diventato iconico: la Ford Mustang. La pony car diventata simbolo degli USA nel mondo era nata dall’esigenza produrre una vettura sportiva, da usare tutti i giorni, più economica delle muscle car dell’epoca come la Corvette. 54 anni di vita e oltre 10 milioni di vetture prodotte, sono la prova dell’intuizione vincente di Iacocca.

Passaggio in Chrysler

Nella vita, le vittorie si alternano alle sconfitte. Quella di Iacocca porta il nome di Ford Pinto, vettura dedicata alle famiglie nata nel 1971. Nata male, troppo al risparmio, e con difetti che costrinsero la Ford a richiamare tutti i modelli prodotti fino al ’76. Un bagno di sangue, che costò la testa di Lee, per mano di Henry Ford.

Restò senza lavoro per poco. Passato alla Chrysler come amministratore delegato, prese in mano un’azienda sull’orlo del collasso. Che però riuscì a salvare con il progetto Mini-Max (non voluto da Ford ai tempi dell’Ovale Blu) che portò alla nascita di mini-van di successo come Dodge Caravan e Plymouth Voyager e con una durezza con pochi pari nel gestire i conti della società.

Le casse in rosso resero necessari dolorosi licenziamenti di operai e manager e Iaccocca non fu immune dalla riduzione dei costi. Si assegnò, come stipendio, la simboli cifra di un dollaro al mese, legando i suoi guadagni solo all’andamento delle azioni della società.

Mali estremi, estremi rimedi che portarono la Chrysler fuori dalla crisi nel 1983. Nel 1992 Lee Iacocca andò in pensione, pur restando consulente della Casa.