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BMW M1 dipinta da Andy Warhol in mostra a Milano

Quando auto e pop art si uniscono. Quarant’anni fa il genio di Andy Warhol contaminava l’universo BMW, con l’artista che dipingeva a mano la mitica M1 Gr. 4. Dal 1979 a oggi, la creatura del più famoso autore di sempre della pop art rivive al BMW Urban Store di Milano per tutto il mese di luglio.

Stabilirne il valore economico può risultare un’operazione assai complicata - potrebbe sicuramente superare le cifre record di 9mila euro per opere come il barattolo di Campbell Soup, o i 22mila euro della copia firmata di ritratti di Marilyn Monroe - , sia per la storia della vettura stessa e sia per il lavoro di Warhol.

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CONCEPITA PER CORRERE IN PISTA

La M1 venne sviluppata dalla BMW nel 1978. Di serie, sì, ma con caratteristiche da auto da corsa. Il progetto nacque per competere contro le Porsche nel campionato GT. E fu proprio la divisione motorsport di BMW a realizzare la macchina, coadiuvati dalle idee di Giorgetto Giugiaro per quanto riguardava il design della carrozzeria.

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Il 6 cilindri alimentato a iniezione permetteva alla M1 di sprigionare una velocità massima di 262 km/h, proprio come un esemplare da competizione. E la pista divenne presto il suo sbocco naturale. Già nel 1979, quando gareggiò anche a Le Mans, arrivando sesta in classifica assoluta con alla guida il pilota tedesco Manfred Winkelhock e i francesi Marcel Mignot ed Hervé Poulain. Tra i grandi piloti della F1 a sedersi sopra di essa, nomi del calibro di Niki Lauda, Nelson Piquet, Didier Pironi e Elio De Angelis.

IL GENIO AL LAVORO

Nel 1979 Andy Warhol infuse il suo genio sull’auto, dipingendola di vari colori, tra cui rosso, verde, giallo e azzurro. Leggenda narra che lavorò improvvisando, spinto dall'improvvisazione e impiegando poco meno di mezz’ora per finire il tutto. Apponendo anche la sua firma sul paraurti posteriore con un dito. Il tutto con il pennello, anche se in certe parti ha usato solo le dita, rimanendo pienamente soddisfatto della sua “opera d’arte”. Ed è così che lo store BMW di Milano si è trasformato in una sorta di “museo”.