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Opel e Conrero, elaborazioni vincenti per GT

Gli elaboratori italiani storicamente hanno fatto la differenza. Un esempio è quello della collaborazione tra. Opel e Conrero, un binomio che ha portato risultati importanti.

Anima di queste imprese è stato Virgilio Conrero, piemontese classe 1918, con un passato da meccanico nella Regia Areonautica. Grazie alla sua capacità è stato il preparatore di molte Opel per parecchi anni. Con un palmares vincente.

E il merito di aver reso più prestigiosa la percezione del Marchio verso il grande pubblico. Espandendo la fama di Opel, da costruttore di solide auto da famiglia di produzione tedesca a vetture capaci di vincere in pista, nelle corse in salita e nei rally. Il binomio ha attraversato un'epoca, da 1969 al 1986. Ricorrono proprio nel 2019 i cinquanta anni dell'inizio del binomio. Nel 1969  l’importatore italiano affidò a Conrero l’incarico di preparatore ufficiale e direttore della nuova squadra corse. Che entrò subito in azione.

Infatti nel 1969 Giorgio Pianta, Pino Pica e Gianpaolo Benedini debuttarono in alcune gare in salita con una Opel GT 1900 dotata di un motore elaborato a 165 cavalli. Nel 1970 Benedini con un’altra GT 1900 vinse la classe 2000 Gruppo 4 al circuito del Mugello. Nel 1971 Salvatore Calascibetta e Paolo Monti arrivarono primi di classe alla Targa Florio, sempre con una GT, smettendosi alle spalle anche le Porsche 911. Risultati importanti.

Con grande abilità dal 4 cilindri della piccola coupè Virgilio Conrero era riuscito a spremere fino a 220 cavalli (rispetto ai 90 CV del modello di serie) mediante l’adozione fra l’altro di una testata speciale, dell’alimentazione Kügelfisher e di un impianto di scarico senza marmitta. Un piccolo portento.

Opel GT elaborata scattava da 0 a 100 km/h in 7.2 secondi, per arrivare a 160 km/h occorrevano 19.2 secondi. Il chilometro, sempre con partenza da fermo, veniva percorso in 27.9 secondi e la velocità massima era di 235 km/h.

Il design di Opel GT di Conrero spiccava per i parafanghi supplementari fissati alla carrozzeria mediante rivetti che consentivano il montaggio di ruote a canale molto largo. L’abitacolo manteneva l'impostazione originale. Ad eccezione del roll-bar e dei sedili da corsa. La strumentazione infine era stata integrata con termometro olio e indicatore della pressione del carburante.

Le vittorie continuarono. Nel 1972 a Monza una Opel GT 1900 con motore da 225 cavalli fu condotta alla vittoria da Alberto Rosselli, che si piazzò primo nella classe fino a 2 litri e ottavo assoluto in occasione della Coppa Intereuropa.

La piccola coupé Opel, dal design originale, ebba una erede, omonima, tanti anni dopo. Nel 2006 fu presentata Opel GT, derivata dalla roadster americana Pontiac Solstice. Una piccola spider con un 2 litri turbo da 260 cavalli, che non ebbe però una carriera nel motorsport.