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Crash test microcar, attenzione alla sicurezza

Il fatto che si tratti di vetture destinate ad un pubblico giovane (alcune si possono guidare già da 14 anni), è un motivo in più per verificarne l’effettiva sicurezza.

Ecco perché un ente come Euro NCAP sta dedicando da un paio d’anni particolare “attenzione” al mondo delle cosiddette microcar che, da tempo, hanno cominciato ad avere un certo seguito pure nel nostro paese.

La “formula” dei test non differisce da quella impiegata per le auto per così dire “normali”. L’ultima sessione di prove ha visto sottoposte all’analisi Euro NCAP 4 diversi modelli di microcar: la Aixam Crossover GTR, la Bajaj Qute, la Microcar M.Go Family e a la Chatenet CH30. Fatto grave è che nessuna di queste vetture sia andata anche lontanamente vicina alla sufficienza.

Ennesima conferma che in questi anni non ci sia stata pressoché alcuna evoluzione in fatto di sicurezza e l’adozione eventuale dell’airbag - che di serie manca su tutte, optional solo sulla M.Go Family - non muterebbe la situazione previo un intervento strutturale serio.

IL PROTOCOLLO destinato alle microcar di fatto si divide in due macro aree: quella relativa all’impatto frontale e quella riservata all’impatto laterale. Il punteggio complessivo è composto dai punteggi conseguiti nelle due aree di valutazione. Le regioni del corpo in cui vengono determinati i risultati di cui sopra, sono la testa, il collo, il petto, il ginocchio e il femore per quanto riguarda l’urto frontale.

E nuovamente la testa e il petto per ciò che concerne quello laterale, con l’aggiunta del bacino e dell’addome. Il punteggio complessivo viene poi calcolato adoperando dei coefficienti specifici che riflettono l’importanza relativa alle due tipologie di impatto. Perché la frequenza di lesioni gravi è maggiore negli urti frontali che in quelli laterali.

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