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Scout Speed, il velox che non perdona

Non c’è più scampo. Al volante siamo, da oggi, sempre più indifesi. Chi ha superato i limiti di velocità e spera di averla fatta franca, confidando magari nell’errorino di un Autovelox o di un Tutor un po’ maldestro, può ora abbassare le armi e alzare le mani di fronte allo Scout Speed.

L’ultimo ritrovato dell’ingegno per “beccare” a 360 gradi chi tenta di fare il furbo e di eludere i controlli, anche quelli più severi.

Ma cos'è lo Scout Speeed? E come viene utilizzato dagli agenti che controllano le nostre strade? Rispetto a quelli ormai conosciuti da qualche anno, realizzati da ProVida 2000, lo Scout Speed rappresenta un’evoluzione dei primi, rudimentali dispositivi “testati” qualche anno fa su alcune auto della Polizia; e ha una percentuale di errore pressochè vicina allo zero.

Impossibile farla franca, questi nuovi occhi elettronici, difatti, non si limitano a controllare la velocità che si sta tenendo in un punto preciso (questo lo fanno già i normali Autovelox) né quella media dei veicoli su una tratta autostradale di lunghezza variabile (compito già eseguito dai Tutor): visionano l’andatura di tutti i veicoli intorno alla pattuglia e anche delle auto che procedono nel senso di marcia opposto, con un raggio d’azione di 360 gradi.

Agiscono dall’interno dell’auto della Polizia Stradale e di quella Municipale, visto che sono montati all’interno del parabrezza, accanto allo specchietto retrovisore, e funzionano sia con la vettura ferma che in movimento. Quindi si è controllati da un marchingegno che ha gli... occhi ovunque, anche dietro la testa. Realizzati dalla Sintel di Pomezia, questi nemici degli automobilisti comprendono un sistema di telecamere e sensori che garantisce il controllo su tutti i lati del mezzo di pattuglia, quindi sono in grado di riprendere filmati e scattare foto georeferenziate delle targhe dei veicoli che commettono infrazioni. E spiano, oltre alla velocità tenuta, se l’auto è regolarmente assicurata o se è in regola con la revisione periodica.

La secona brutta notizia per gli automobilisti, oltre a questo raggio d’azione a 360 gradi che non lascia scampo a chi sfreccia attorno alla vettura della Polizia, è che non devono essere segnalati. Opportuni cartelli hanno l’obbligo di far notare lungo le nostre strade e autostrade, oltre che sul sito www.poliziadistato.it, la presenza dei normali Autovelox. Gli Scout Speed, invece, come recita il Decreto del Ministero dei Trasporti n. 139 del 2007, essendo mobili e non fissi, sfuggono a questa imposizione e possono agire in… incognito, nell’ombra.

Un pericolo costante per le patenti degli automobilisti che amano la guida veloce, anche perché gli apparecchi “avvisa Autovelox’’ come il Coyote o i navigatori con informazioni “live’’ come i TomTom, nulla possono se la vettura della Polizia è in movimento. Dove sia lo Scout Speed è impossibile capirlo. In Italia sono già una sessantina gli Scout Speed operanti. Non pochi se calcolate che costano, ognuno, 46.000 euro.

Ricordiamo che da luglio scorso è cambiata la posizione degli automobilisti “soggiogati” dagli Autovelox, dagli Scout Speed e dagli altri controllori di velocità. Difatti una contravvenzione elevata tramite Autovelox può essere annullata. Come confermato dalla seconda sezione civile della Corte di Cassazione, tramite la sentenza n. 14543/2016, gli Autovelox e tutti i misuratori di velocità devono essere sottoposti a revisioni periodiche. In caso contrario l’automobilista potrà impugnare la multa chiedendone l’annullamento.