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SsangYong XLV, l'armata coreana cresce… nel bagagliaio

Ancora una settimana circa e la potrete vedere presso i concessionari SsangYong, dopo aver debuttato a Ginevra: è la nuova XLV, modello che però forse faticherete un poco a distinguere dalla Tivoli già a prima vista, entrati nel salone. Infatti lo stile non muta, se non per quei 24 centimetri che sono stati aggiunti in coda a quello che viene identificato come eXtra Lifestyle Vehicle. Il pianale della XLV è infatti il medesimo (passo sempre di 260 cm) ma la lunghezza totale passa a 444 cm: una differenza sfruttata per aumentare la capacità del bagagliaio e rendere questo modello "un po' più SUV", almeno per chi abbina tale denominazione a certe caratteristiche di versatilità e trasporto. Così possiamo caricare in modo diversificato - il ripiano amovibile consente una certa modularità o la praticità di un sottovano - da un minimo di 720 litri fino ad un massimo di 1440. Potremmo quasi parlare di una versione station wagon, se non fosse che la base di partenza non è una berlina… e in effetti ufficialmente si parla di "crossover wagon" o, in alternativa, SUV multifunzione.

Come la linea principale, della Tivoli la XLV riprende pure gli interni - sufficientemente curati per quanto il design potrebbe non convincere tutti, sebbene funzionale e con particolari leve sul piantone - mentre le varianti sono aumentate, poiché si "gioca" più su queste che sugli optional. L'allestimento di partenza è lo Start (appunto…) che già comprende i principali aiuti elettronici e i qui ancor più utili sensori posteriori di parcheggio, oltre a cruise, luci diurne a led e servosterzo elettrico regolabile. Poi si passa progressivamente ai Go, Be e Limited, aggiungendo di volta in volta il sistema con touchscreen da 7" (c'è anche un ingresso HDMI), lo spoiler posteriore, il clima automatico bizona, i cerchi da 18" (anziché i 16" di base), fino agli interni in pelle e ai sedili riscaldabili sia davanti che dietro. In più, i due allestimenti superiori sono disponibili pure nella variante Visual, che oltre a luci/tergi automatici e volante riscaldabile propone la verniciatura bicolor: ad alcuni degli 8 colori di carrozzeria si aggiunge cioè la possibilità di avere il tetto nero o bianco. Il tutto con prezzi che, al netto delle offerte di lancio, vanno da 18.450 a 26.750 euro, che comprendono 5 anni di garanzia.

La meccanica resta incentrata sui motori 1.6, sia benzina sia gasolio, e pure GPL (per 1.950 euro in più a parità di altre dotazioni). Il benzina/bifuel e-XGi160 offre 128 cavalli, mentre il turbodiesel e-XDi160 ha una potenza massima di 115 cv ed è dotato di compressore E-VGT di quinta generazione. Di base la trazione è solo anteriore, ma si può richiedere quella integrale automatica Active AWD per 1.800 euro aggiuntivi. Sempre relativamente alla trasmissione, sempre a richiesta e sempre a 1.800 euro troviamo anche il cambio automatico a sei rapporti, in sostituzione a quello manuale anch'esso a sei marce.

Abbiamo avuto modo di guidare la XLV turbodiesel con trasmissione anteriore e cambio automatico, in variante Limited che riteniamo possa essere fra le preferite, se non altro perché presenta il navigatore Tom Tom e i sensori di parcheggio anche anteriori (ma la percezione degli ingombri è buona, davanti) più gli interni in pelle, i sedili tutti riscaldabili e il tettuccio apribile: elementi che possono giustificare i 2.400 euro di differenza sulla Be. La XLV è una di quelle macchine di cui si "prende possesso" rapidamente, alla guida: comportamento sincero e senza reazioni anomale sullo sconnesso, nemmeno sullo sterzo molto preciso (nel quadro generale, ci ha stupito che non sia però regolabile in profondità). Le sospensioni sono abbastanza morbide, a favore del confort (bene anche i sedili) pur mostrando un certo rollio, ma non tale da inficiare stabilità e tenuta, grazie al buon telaio con alto impiego di acciai altoresistenziali; solo le ruote da 2 pollici in più fanno avvertire un poco il fondo stradale.

Inoltre il turbodiesel 1.6 si è dimostrato all'altezza nelle normali situazioni di guida trovate nel livornese, con un'erogazione discreta anche nei sorpassi, quando però va anticipato il tempismo del cambio nel "decidere" la scalata. Difetti veri e propri non ne abbiamo trovati, e anche esteticamente la macchina si apprezza più dal vero che in foto, ferma restando l'ovvia soggettività di questo aspetto. Insomma, che i coreani abbiano imparato a fare le auto lo stanno dimostrando anche i marchi meno conosciuti, giustificando - e facendone intravedere i risultati - gli ingenti investimenti apportati.