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O.M. 665, la "Superba" che vinse la prima Mille Miglia

Anni Venti, gli albori dell'automobilismo sportivo. Un'epoca in cui le strade italiane non erano asfaltate, le coppe e le manifestazioni da competizioni fioccavano da ogni parte della penisola, e le auto vincevano le corse a velocità che oggi, cento anni dopo, servono per marciare nei centri urbani. Nello specifico, quando il 27 marzo 1927 un modello torpedo della Officine Meccaniche vince la prima edizione della Mille Miglia, il tachimetro si ferma a 77,238 km/h. È appena nato il mito della corsa bresciana, e la O.M. 665 "Superba" si è seduta al tavolo delle auto storiche.

OFFICINE MECCANICHE

L'ultima volta di cui si è sentito parlare delle Officine Meccaniche risale al 1975. Il marchio metalmeccanico nasce a Brescia nel 1899, produce perlopiù autocarri e mezzi ferroviari ma non disdegna le automobili. La più famosa è senza dubbio la 665: 6 come il numero dei cilindri del motore progettato dall'ingegner Fuscaldo, 65 come i millimetri di misura dell'alesaggio. Avrà un tale successo che pubblico e addetti ai lavori la ribattezzeranno "Superba", e sarà ricordata anche dopo il 1934, l'anno in cui l'azienda viene inglobata dalla Fiat.

TORPEDO DA 120 KM/H

La O.M. 665 è nettamente una macchina destinata a correre. Classica carrozzeria torpedo come da tradizione dell'epoca, viene presentata nel 1923. È l'aggiornamento della "sorella" più piccola 469, da cui prendere il telaio - con schema a longheroni e traverse, all'epoca quasi rivoluzionario - e il motore da 40 cavalli. In quest'ultimo, le valvole sono laterali e non in testa come in uso nelle auto di quegli anni. Vengono sviluppate due versioni: S, destinata alle corse, a passo corto (2.800 mm) e spinta da u motore alimentato da due carburatori Zenith, ed N, a passo lungo (3.100 mm), specifica per le berline. La velocità massima della vettura raggiungeva i 120 km/h, che negli anni '20 non erano assolutamente pochi.

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Insomma, la macchina va fatta sfogare. E già nel 1924 arriva il primo successo in una competizione, alla Coppa Montenero. Pilota è Renato Balestrero, appassionato lucchese che si portava la moglie ai Gran Premi come meccanico e che divenne uno dei primi rappresentanti in Italia della General Motors.

1927: LA VITTORIA DELLA PRIMA MILLE MIGLIA

Nel 1927 si tenta la grande avventura della neonata Mille Miglia: 1.628 km da Brescia a Brescia con giro di boa a Roma, 6 categorie in gara, dalle 750 alle 8 litri, tra i partecipanti il fiore all'occhiello dell'automobilismo mondiale dell'epoca, da Lancia ad Alfa Romeo, passando per Fiat e Peugeot. In molti, piloti compresi, non credono che 1.628 km si possano percorrere in meno di due-tre giorni, e quindi molti di essi in auto si portano appresso le valigie con i vestiti di ricambio. Bagagli che si riempiranno di polvere, perché tutte le strade pubbliche italiane all'epoca sono ancora sterrate. Oltre a quello, ci si mette anche il clima settentrionale, con nebbia e pioggia a complicare la faccenda ai piloti.

Grande favorita è l'Alfa RLSS del corridore Gastone Brilli Peri, che però è costretto a ritirarsi a Perugia. Officine Meccaniche tiene particolarmente alla gara, poiché considerata "casalinga". Il ritiro dell'Alfa Romeo dà una marcia in più alle vetture O.M. Alle 6 del mattino del 27 marzo 1927 tre 665 arrivano per prime al traguardo, per un trionfo in parata in stile Ford GT40 a Le Mans nel 1966. La corsa viene vinta dalla coppia Ferdinando Minoia-Giuseppe Morandi, al secondo posto Tino Danieli e Renato Balestrero e al terzo Mario Danieli in compagnia di Archimede Rosa. Le Lancia Lambda e le Isotta-Fraschini sono attardate con tempi da 15 e 20 minuti. È appena nata la leggenda della Mille Miglia, mentre Officine Meccaniche ha consegnato la "Superba" alla storia.