Lancia Delta 1.6 Multijet DPF Platino

Il passo allungato rispetto alla Bravo ha permesso di migliorare sia l’abitabilità posteriore sia la funzionalità del vano di carico. E' crescituta di 62,5 cm in 29 anni.

Come già accennato, il punto forte della Delta è la versatilità della zona posteriore, che per certi versi avvicina la vettura a una wagon compatta: l’allungamento del passo garantisce ampi spazi per le gambe e la conformazione del padiglione non crea problemi di accesso né limita l’altezza utile. Anche se, rispetto alla Bravo, il punto di seduta è sensibilmente rialzato e assicura una posizione decisamente più comoda. La possibilità di far scorrere longitudinalmente il sedile permette poi di ampliare un vano bagagli apprezzabile tanto per capacità quanto per attrezzatura, col solo limite di una soglia di accesso piuttosto alta.

E con qualche finitura di dettaglio (vedi le cordicelle che sostengono la cappelleria) non all’altezza dell’immagine della vettura. Quest’ultima nell’abitacolo è opportunamente impreziosita dai rivestimenti, capaci di mascherare l’altrimenti evidente parentela strutturale con la Bravo: plancia e tunnel centrale utilizzano gli stessi componenti, al pari dei pannelli porta, che ereditano sia le soluzioni apprezzabili, come il fine corsa delle maniglie, sia i vezzi di design, come l’inutile vaschetta portaoggetti... discendente che si ritrova sul lato passeggero.

Singolare, invece, il disegno dei sedili anteriori, contraddistinti dalla marcata inclinazione del cuscino: fin eccessivo il supporto alle cosce, tanto da rischiare di risultare fastidioso, soprattutto per chi è di gamba corta. Occorre riconoscere che trattamenti superficiali e rivestimenti riescono a offrire all’ambiente un’immagine appariscente. In piena sintonia con le tradizioni di una marca che ha bisogno di ritrovare se stessa.