Mercedes CLC 220 CDI Sport

Mercedes CLC 220 CDI Sport

di Redazione

26.11.2008 ( Aggiornata il 26.11.2008 13:56 )

Design

Nulla di grave in ogni caso. Infatti questa coupé di Stoccarda porta la sua età con leggerezza, continuando a offrire qualità e dinamismo sufficienti a convincere la clientela di riferimento storicamente rappresentata da acquirenti (circa il 70% dei 320mila che hanno comperato una Sportcoupé) che si sono orientati su una Mercedes per la prima volta. Lasciando ai più insaziabili divoratori di tecnologia avanzata un filo di rimpianto per la mancanza di una coupé sviluppata sul telaio della nuova C, si può comunque guardare alla CLC con un certo interesse. Certo si notano la presenza sotto al cofano del vecchio 2.2 common rail in versione 150 cv, anziché 170 come su berlina e station wagon, e un abitacolo ancora valido ma inevitabilmente un po’ datato per comandi e impostazione rispetto a quello delle C nuova generazione. Anche la dinamica di marcia, senz’altro soddisfacente, non raggiunge la raffinatezza del telaio di nuova generazione adottato per le “cugine” e capace di assicurare un confort sopraffino e al tempo stesso di lavorare in maniera impeccabile per garantire agilità e sportività. Resta il fatto che il lavoro della Casa tedesca sulla CLC non si è limitato a una mera operazione di maquillage, come dimostrano sia i tanti affinamenti sia, in particolare, l’adozione di serie sull’allestimento Sport della sterzata attiva affiancata da un assetto più reattivo, con cerchi maggiorati e gommatura differenziata tra anteriore e posteriore.


Soluzioni in grado di migliorare (e non di poco) il dinamismo della vettura aumentando il piacere di guida. Pregevole e godibile, dunque, seppur non innovativa come le “cugine”, la CLC ne condivide l’ispirazione stilistica, grazie a un lavoro accurato di “taglia e cuci” che ha rinnovato il design di frontale e coda. Il primo adotta lo sguardo delle “C” di ultima generazione, ben più tonico del precedente. In coda, invece, è stata sacrificata l’originale piccola “luce” vetrata sotto al profilo del portellone, che tra l’altro ha perso un po’ di visibilità.
L'abitacolo ha ricevuto qualche aggiornamento, ma senza stravolgimenti, peraltro non necessari visto il livello assai elevato di accoglienza garantito dalla prima C Sportcoupé. Strumentazione e impianti hi-fi e navigazione sono stati, più che rivisti, attualizzati. Sempre di ottimo livello, poi, la postura offerta dai sedili. Esemplare, in particolare — per adattabilità e accoglienza — quello del conducente. Dietro, la sistemazione risulta confortevole per due adulti; il vano bagagli assicura una buona capacità di carico. Quanto al listino si può dire che sia rimasto sostanzialmente invariato. Si parte da 31mila euro per la versione base, ma già con la 220 CDI, in allestimento Sport, si sale a quota 36mila euro. Con la possibilità di veder crescere ulteriormente la cifra finale se si cede alla tentazione di attingere alla corposissima lista degli optional.

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