Mercedes CLC 220 CDI Sport

Mercedes CLC 220 CDI Sport

di Redazione

26.11.2008 ( Aggiornata il 26.11.2008 13:56 )

Prestazioni

Sempre confortevole sa essere agile nel misto

Non ha solo il muso più aggressivo e affilato che distingue l’ultima Classe C, ma vanta anche sul piano dinamico un comportamento corrispondente al look. La CLC – che, seppur rinnovata, resta sempre la Sportcoupé – offre il meglio di sé in un impiego a tutto campo, risultando stimolante da guidare ma anche comoda nei viaggi. Lo testimonia inconfutabilmente la versione Sport, la più spinta e aggressiva sotto il profilo dell’assetto in virtù di una notevole capacità di adattarsi ai più diversi stili di guida. Infatti, nonostante le sospensioni rigide e leggermente ribassate, unite alla presenza di coperture differenziate (delle 245/35 dietro e 225/45 davanti) su cerchi da 18”, la piccola coupé Mercedes mostra una capacità di assorbire le asperità stradali non troppo lontana da quella di una berlina. In curva, ad andatura tranquilla, le reazioni sono soft e la vettura molto stabile oltre che esente da nervosismi. Andando a passeggio, l’impressione è di essere al volante di una confortevole passista, che ama il dolce viaggiare.

Le sospensioni rappresentano un ottimo compromesso fra assorbimento e sportività

Complice in questo un leggero rollio, avvertibile nella fase iniziale di appoggio, che aiuta a copiare con efficacia le piccole asperità del terreno trasmettendo, al contempo, un senso di relax. Appena il ritmo sale, però, il rollio in questione viene prontamente frenato e si sposa alla perfezione con un beccheggio ridottissimo. La sapiente taratura delle sospensioni rende la vettura versatile e adatta a diversi stili di guida. Ovviamente, anche il nuovo sterzo diretto a rapporto variabile contribuisce in modo sostanziale a influenzare le sensazioni al volante. Rispetto a un comando a taratura fissa, difatti, dal centro fino a 5 gradi di rotazione in una delle due direzioni la demoltiplicazione è addirittura più elevata. La guida risulta quindi precisa, ma al tempo stesso rilassante con poche reazioni, peraltro molto dolci, al volante. Da 5 fino a 100 gradi di sterzata – un quarto di giro – il rapporto di sterzo diventa progressivamente più diretto (con un incremento superiore al 30%), regalando un autentico cambio di carattere alla vettura: salda, immediata e precisa in appoggio non appena il ritmo sale. La CLC si può strapazzare nei percorsi tortuosi con colpi secchi e ridottissimi di sterzo. Pochi, istantanei tocchi permettono di disegnare traiettorie al millimetro e di godere della notevole aderenza laterale. La stabilità, del resto, risulta di altissimo livello, come la trazione. Questo anche se nei tornanti stretti qualche slittamento della ruota interna si avverte, strozzato con sin troppa vivacità dall’elettronica di controllo (l’ESP è in ogni caso disinseribile).


Il rendimento del gruppo motore-cambio, per quanto gradevole, concede spazio a qualche nota non proprio positiva. Il 2.2 CDI, ancora nella versione da 150 cv e 34,6 kgm di coppia (contro i 170 cv e 40,8 kgm della versione evoluta), resta un’ottima unità per progressione e rotondità di funzionamento, tuttavia manca di quella rapidità di reazione alle sollecitazioni del gas che tanto si fa apprezzare sulle analoghe unità di ultimissima generazione. Anche la rumorosità al minimo del propulsore ne rivela, purtroppo, l’età non più giovanissima. Il cambio, a sei rapporti, si manovra con la consueta docilità e precisione, ma certamente un passaggio un po’ più rapido tra le marce e una rapportatura più corta contribuirebbero a esaltare l’effetto sportività nelle situazioni ad alto dinamismo.

In autostrada lo sterzo, molto demoltiplicato, favorisce il confort di marcia. Nei tratti guidati garantisce una direzionalità eccellente

In virtù anche di una meccanica piacevole, ma non particolarmente “incisiva”, le prestazioni ottenute sul campo confermano che la CLC, specie in accelerazione, è sì brillante, ma incapace di spuntare tempi di particolare rilevanza. I 10” netti impiegati nello scatto da fermo a 100 km/h sono un tempo discreto, ma non di più, oltre che leggermente superiore ai 9”7 dichiarati. Le riprese sono sufficientemente brillanti, anche con l’ultimo rapporto innestato, mentre la velocità massima resta al di sotto del valore limite dichiarato, con ogni probabilità anche per la superiore impronta a terra delle ruote posteriori maggiorate che comporta una più elevata resistenza allo scorrimento. Per contro, la frenata risulta quanto mai consistente e assicura spazi di arresto decisamente ridotti pur se non da record. In più, il pedale si rivela eccellente per modulabilità. Convincono anche i consumi, con percorrenze di quasi 14 km/litro in autostrada e di oltre 11 km/litro nel ciclo urbano. Decisamente di ottimo livello, infine, il confort acustico, grazie a un’insonorizzazione assai curata ed efficace a tutte le andature.


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