Look atletico,forme sinuose, sensazioni a fior di pelle: passano le stagioni e si alternano le mode ma il piccolo, dorato mondo delle coupé resta un microcosmo capace di sprizzare energia e catturare interesse. Si spiega così un’offerta che rimane generosa nonostante vendite limitate rispetto ad altri segmenti automobilistici. Del resto non vengono proposti solo modelli fortemente sportivi, ma anche altri frutto di una ricerca di equilibrio tra look, dinamismo e confort. È il regno, quest’ultimo, della Classe C Sportcoupé, modello che occupa un suo preciso spazio all’interno della gamma Mercedes sin dal 2001 e che ora è approdato a un restyling sottolineato da una nuova sigla di identificazione: CLC. Più che di novità, per questa sportiva si deve parlare di continuità. Difatti siamo di fronte a un semplice – seppur accorto – “face lift” del modello d’origine, anche se non si può né si deve ignorare il fatto che sono state apportare oltre millecento migliorie. Non siamo insomma di fronte alla freschezza tecnica, dinamica e di contenuto che la Mercedes ha saputo offrire con la nuova Classe C, integralmente riprogettata e capace di segnare progressi importanti rispetto alla generazione precedente alla quale continua invece ad appartenere la CLC. Che mantiene dunque un filo di congiunzione col passato, pur se avvicina il presente stilistico della Casa.<br /><br />

Nulla di grave in ogni caso. Infatti questa coup&eacute; di Stoccarda porta la sua et&agrave; con leggerezza, continuando a offrire qualit&agrave; e dinamismo sufficienti a convincere la clientela di riferimento storicamente rappresentata da acquirenti (circa il 70% dei 320mila che hanno comperato una Sportcoup&eacute;) che si sono orientati su una Mercedes per la prima volta. Lasciando ai pi&ugrave; insaziabili divoratori di tecnologia avanzata un filo di rimpianto per la mancanza di una coup&eacute; sviluppata sul telaio della nuova C, si pu&ograve; comunque guardare alla CLC con un certo interesse. Certo si notano la presenza sotto al cofano del vecchio 2.2 common rail in versione 150 cv, anzich&eacute; 170 come su berlina e station wagon, e un abitacolo ancora valido ma inevitabilmente un po&rsquo; datato per comandi e impostazione rispetto a quello delle C nuova generazione. Anche la dinamica di marcia, senz&rsquo;altro soddisfacente, non raggiunge la raffinatezza del telaio di nuova generazione adottato per le &ldquo;cugine&rdquo; e capace di assicurare un confort sopraffino e al tempo stesso di lavorare in maniera impeccabile per garantire agilit&agrave; e sportivit&agrave;. Resta il fatto che il lavoro della Casa tedesca sulla CLC non si &egrave; limitato a una mera operazione di maquillage, come dimostrano sia i tanti affinamenti sia, in particolare, l&rsquo;adozione di serie sull&rsquo;allestimento Sport della sterzata attiva affiancata da un assetto pi&ugrave; reattivo, con cerchi maggiorati e gommatura differenziata tra anteriore e posteriore.<br /><br /><br />Soluzioni in grado di migliorare (e non di poco) il dinamismo della vettura aumentando il piacere di guida. Pregevole e godibile, dunque, seppur non innovativa come le &ldquo;cugine&rdquo;, la CLC ne condivide l&rsquo;ispirazione stilistica, grazie a un lavoro accurato di &ldquo;taglia e cuci&rdquo; che ha rinnovato il design di frontale e coda. Il primo adotta lo sguardo delle &ldquo;C&rdquo; di ultima generazione, ben pi&ugrave; tonico del precedente. In coda, invece, &egrave; stata sacrificata l&rsquo;originale piccola &ldquo;luce&rdquo; vetrata sotto al profilo del portellone, che tra l&rsquo;altro ha perso un po&rsquo; di visibilit&agrave;.<br />L'abitacolo ha ricevuto qualche aggiornamento, ma senza stravolgimenti, peraltro non necessari visto il livello assai elevato di accoglienza garantito dalla prima C Sportcoup&eacute;. Strumentazione e impianti hi-fi e navigazione sono stati, pi&ugrave; che rivisti, attualizzati. Sempre di ottimo livello, poi, la postura offerta dai sedili. Esemplare, in particolare &mdash; per adattabilit&agrave; e accoglienza &mdash; quello del conducente. Dietro, la sistemazione risulta confortevole per due adulti; il vano bagagli assicura una buona capacit&agrave; di carico. Quanto al listino si pu&ograve; dire che sia rimasto sostanzialmente invariato. Si parte da 31mila euro per la versione base, ma gi&agrave; con la 220 CDI, in allestimento Sport, si sale a quota 36mila euro. Con la possibilit&agrave; di veder crescere ulteriormente la cifra finale se si cede alla tentazione di attingere alla corposissima lista degli optional.<br /><br /><img src="https://cdn.auto.it/images/2008/11/26/c_3_media_596451_immagine.jpg" alt="" title="" />

<h3>Classic Style</h3>La plancia conserva il disegno gi&agrave; conosciuto. Sono per&ograve; state attualizzate la strumentazione e la sezione navigazione e impianto hi-fi. Design e organizzazione dei comandi risultano complessivamente apprezzabili. La pedaliera in alluminio con gommini antiscivolo &egrave; di serie sulla versione Sport.<br />Lancette rosso racing e non solo<br />Il quadro strumenti rivisto adotta una grafica decisamente pi&ugrave; attuale. Nel caso dell&rsquo;allestimento Sport le lancette sono di colore rosso e al momento dell&rsquo;accensione quelle di tachimetro e contagiri vanno a fondo scala come per un check di verifica prima di tornare in posizione: un dettaglio che fa molto racing.<h3>Bagagliaio da station</h3>Coup&eacute; s&igrave;, ma con un occhio di riguardo alla praticit&agrave;. Il vano bagagli, ad esempio, risulta ben accessibile grazie all&rsquo;ampio portellone e offre una capacit&agrave; di carico pi&ugrave; che soddisfacente: da 310 fino a 1100 litri.<h3>Comodi anche dietro</h3>La postura di guida della CLC non lascia spazio a critiche: il sedile ha un&rsquo;imbottitura decisa ed &egrave; conformato alla perfezione, il volante piuttosto verticale, i registri completi e decisamente ampi. Dietro, una coppia di adulti trova una sistemazione soddisfacente, anche nell&rsquo;ottica di percorrenze di medio/lungo raggio; l&rsquo;accessibilit&agrave; &egrave; sufficientemente agevole.<br /><br /><img src="https://cdn.auto.it/images/2008/11/26/c_3_media_596446_immagine.jpg" alt="" title="" />

  <h3>Sempre confortevole sa essere agile nel misto</h3>Non ha solo il muso pi&ugrave; aggressivo e affilato che distingue l&rsquo;ultima Classe C, ma vanta anche sul piano dinamico un comportamento corrispondente al look. La CLC &ndash; che, seppur rinnovata, resta sempre la Sportcoup&eacute; &ndash; offre il meglio di s&eacute; in un impiego a tutto campo, risultando stimolante da guidare ma anche comoda nei viaggi. Lo testimonia inconfutabilmente la versione Sport, la pi&ugrave; spinta e aggressiva sotto il profilo dell&rsquo;assetto in virt&ugrave; di una notevole capacit&agrave; di adattarsi ai pi&ugrave; diversi stili di guida. Infatti, nonostante le sospensioni rigide e leggermente ribassate, unite alla presenza di coperture differenziate (delle 245/35 dietro e 225/45 davanti) su cerchi da 18&rdquo;, la piccola coup&eacute; Mercedes mostra una capacit&agrave; di assorbire le asperit&agrave; stradali non troppo lontana da quella di una berlina. In curva, ad andatura tranquilla, le reazioni sono soft e la vettura molto stabile oltre che esente da nervosismi. Andando a passeggio, l&rsquo;impressione &egrave; di essere al volante di una confortevole passista, che ama il dolce viaggiare.<h3>Le sospensioni rappresentano un ottimo compromesso fra assorbimento e sportivit&agrave;</h3>Complice in questo un leggero rollio, avvertibile nella fase iniziale di appoggio, che aiuta a copiare con efficacia le piccole asperit&agrave; del terreno trasmettendo, al contempo, un senso di relax. Appena il ritmo sale, per&ograve;, il rollio in questione viene prontamente frenato e si sposa alla perfezione con un beccheggio ridottissimo. La sapiente taratura delle sospensioni rende la vettura versatile e adatta a diversi stili di guida. Ovviamente, anche il nuovo sterzo diretto a rapporto variabile contribuisce in modo sostanziale a influenzare le sensazioni al volante. Rispetto a un comando a taratura fissa, difatti, dal centro fino a 5 gradi di rotazione in una delle due direzioni la demoltiplicazione &egrave; addirittura pi&ugrave; elevata. La guida risulta quindi precisa, ma al tempo stesso rilassante con poche reazioni, peraltro molto dolci, al volante. Da 5 fino a 100 gradi di sterzata &ndash; un quarto di giro &ndash; il rapporto di sterzo diventa progressivamente pi&ugrave; diretto (con un incremento superiore al 30%), regalando un autentico cambio di carattere alla vettura: salda, immediata e precisa in appoggio non appena il ritmo sale. La CLC si pu&ograve; strapazzare nei percorsi tortuosi con colpi secchi e ridottissimi di sterzo. Pochi, istantanei tocchi permettono di disegnare traiettorie al millimetro e di godere della notevole aderenza laterale. La stabilit&agrave;, del resto, risulta di altissimo livello, come la trazione. Questo anche se nei tornanti stretti qualche slittamento della ruota interna si avverte, strozzato con sin troppa vivacit&agrave; dall&rsquo;elettronica di controllo (l&rsquo;ESP &egrave; in ogni caso disinseribile).<br /><br /><br />Il rendimento del gruppo motore-cambio, per quanto gradevole, concede spazio a qualche nota non proprio positiva. Il 2.2 CDI, ancora nella versione da 150 cv e 34,6 kgm di coppia (contro i 170 cv e 40,8 kgm della versione evoluta), resta un&rsquo;ottima unit&agrave; per progressione e rotondit&agrave; di funzionamento, tuttavia manca di quella rapidit&agrave; di reazione alle sollecitazioni del gas che tanto si fa apprezzare sulle analoghe unit&agrave; di ultimissima generazione. Anche la rumorosit&agrave; al minimo del propulsore ne rivela, purtroppo, l&rsquo;et&agrave; non pi&ugrave; giovanissima. Il cambio, a sei rapporti, si manovra con la consueta docilit&agrave; e precisione, ma certamente un passaggio un po&rsquo; pi&ugrave; rapido tra le marce e una rapportatura pi&ugrave; corta contribuirebbero a esaltare l&rsquo;effetto sportivit&agrave; nelle situazioni ad alto dinamismo.<h3>In autostrada lo sterzo, molto demoltiplicato, favorisce il confort di marcia. Nei tratti guidati garantisce una direzionalit&agrave; eccellente</h3>In virt&ugrave; anche di una meccanica piacevole, ma non particolarmente &ldquo;incisiva&rdquo;, le prestazioni ottenute sul campo confermano che la CLC, specie in accelerazione, &egrave; s&igrave; brillante, ma incapace di spuntare tempi di particolare rilevanza. I 10&rdquo; netti impiegati nello scatto da fermo a 100 km/h sono un tempo discreto, ma non di pi&ugrave;, oltre che leggermente superiore ai 9&rdquo;7 dichiarati. Le riprese sono sufficientemente brillanti, anche con l&rsquo;ultimo rapporto innestato, mentre la velocit&agrave; massima resta al di sotto del valore limite dichiarato, con ogni probabilit&agrave; anche per la superiore impronta a terra delle ruote posteriori maggiorate che comporta una pi&ugrave; elevata resistenza allo scorrimento. Per contro, la frenata risulta quanto mai consistente e assicura spazi di arresto decisamente ridotti pur se non da record. In pi&ugrave;, il pedale si rivela eccellente per modulabilit&agrave;. Convincono anche i consumi, con percorrenze di quasi 14 km/litro in autostrada e di oltre 11 km/litro nel ciclo urbano. Decisamente di ottimo livello, infine, il confort acustico, grazie a un&rsquo;insonorizzazione assai curata ed efficace a tutte le andature.<br /><br /><br /><img src="https://cdn.auto.it/images/2008/11/26/c_3_media_596453_immagine.jpg" alt="" title="" />

Conserva in gran parte meccanica e impostazione del modello che va a sostituire, apparso nel 2001. Di sostanziale sulla CLC non cambia pressoch&eacute; nulla, tuttavia &egrave; da segnalare l&rsquo;introduzione dello sterzo diretto in combinazione alla gi&agrave; esistente servoassistenza variabile. Il sistema preve de una demoltiplicazione pi&ugrave; elevata col volante in posizione centrale, in modo da favorire relax e stabilit&agrave; di marcia. Per contro con rotazioni pi&ugrave; accentuate si ottiene un rapido incremento dell&rsquo;azione di sterzo, che diventa sensibilmente pi&ugrave; diretto. La servoassistenza variabile adegua lo sforzo in funzione della velocit&agrave; e della demoltiplicazione, cos&igrave; da garantire una risposta del comando sempre omogenea.<h3>Il sistema Direct Steering, che varia la sua demoltiplicazione in base alle necessit&agrave; di guida, &egrave; la novit&agrave; pi&ugrave; interessante.</h3>Le sospensioni sono rimaste le stesse. Davanti troviamo montanti McPherson, dietro ruote indipendenti a bracci multipli. L&rsquo;assetto sportivo, standard con l&rsquo;allestimento Sport ( in combinazione allo sterzo diretto), prevede molle e ammortizzatori pi&ugrave; rigidi con una riduzione dell&rsquo;altezza da terra della vettura di 15 mm all&rsquo;avantreno e di 5 mm al retrotreno. I cerchi a loro volta sono da 18 pollici con coperture maggiorate al posteriore ( 225/45 davanti, 245/ 35 dietro). Sul fronte motori, la novit&agrave; di maggior spicco &egrave; rappresentata dal 4 cilindri 1.8 litri a benzina con compressore volumetrico spinto a 184 cv ( da 163) e consumi lievemente ridotti, sulla falsariga di quanto &egrave; stato fatto per la SLK e per le nuove Classe C. Gli altri propulsori sono quelli della gamma precedente, compreso il turbodiesel di punta della nostra prova, ovvero il conosciuto 2.2 CDI common rail in versione 150 cv, con una coppia massima di 34,6 kgm a 2000 giri. In versione evoluta, con 170 cv e 40,8 kgm, questa unit&agrave; &egrave; gi&agrave; disponibile per altri modelli della Casa. Oltre alla trasmissione manuale a 6 rapporti, si pu&ograve; avere anche un automatico a 5 rapporti, dotato di classico convertitore di coppia.<br /><br /><img src="https://cdn.auto.it/images/2008/11/26/c_3_media_596448_immagine.jpg" alt="" title="" />

Mercedes CLC 220 CDI Sport

Interni

Classic Style

Bagagliaio da station

Comodi anche dietro

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