Toyota iQ 1.0 Multidrive

Dal punto di vista esecutivo la iQ non viene meno agli standard abituali alla produzione giapponese, sia per la carrozzeria sia per gli interni: anche qui si può eccepire sulle scelte di stile, come la singolare finitura bicolore (prugna e cioccolato, dicono in Toyota) per plancia e dintorni. O sulle linee elaborate che accomunano il largo elemento a centro plancia e i profili sui pannelli porta. Ma ancora una volta, se non altro è stato scongiurato il rischio della banalità. Stanti le caratteristiche della vettura, l’abitacolo va in primo luogo valutato in relazione agli spazi a disposizione di guidatore e passeggeri. Davanti non ci sono problemi né di accesso, grazie alle generose dimensioni delle porte, né di sistemazione. Anzi, la larghezza alle spalle e ai gomiti è davvero inusuale, per la categoria.

Con i sedili posteriori in posizione il baule è inesistente

Quanto ai posti posteriori, quello ricavato sul lato destro è realmente in grado di ospitare un adulto, indipendentemente dalla statura di chi gli siede avanti. Dietro al guidatore, invece, col sedile in posizione totalmente arretrata lo spazio si annulla, e anche con una regolazione intermedia può starci al massimo un bambino. Quanto al carico, con i sedili in posizione non se ne parla (32 litri di volume), mentre viaggiando in due si dispone di uno spazio paragonabile a quello di tante piccole, sui 200 litri di capienza. È anche previsto un telo di copertura, con fissaggi a pressione. Non molti i vani portaoggetti: oltre al singolare portacarte asportabile davanti al passeggero e alle due tasche nelle porte, peraltro piuttosto capienti, c’è solo un anello portabicchieri collocato nello spazio fra i sedili, tanto ampio che avrebbe potuto ospitare almeno un’altra vaschetta. Ma nel complesso l’abitacolo è funzionale e tutt’altro che claustrofobico: difficile pretendere di più, considerati gli ingombri.