Jaguar XFR 5.0 V8 Supercharged

Jaguar XFR 5.0 V8

di Redazione

01.06.2009 ( Aggiornata il 01.06.2009 16:18 )

Prestazioni

In autostrada il cruise control è di rigore. Un po’ perché in questo modo si mantiene il consumo entro limiti compatibili con le tasche di molti, attorno agli 8 km/litro se si resta in zona Tutor. Ma soprattutto perché, operando “a piede libero”, il rischio di ritrovarsi a velocità che coi limiti non hanno nulla a che fare è elevatissimo. E istantaneo. Non c’è neppure bisogno di affondare il gas, basta premerne una metà per assaporare una sorta di effetto fionda, il cambio che scala un paio di marce al volo e il motore che risponde con un’immediatezza che ricorda i bei tempi andati dei carburatori a farfalla singola. Sì, forse sul piano dell’efficienza il compressore volumetrico non sarà il massimo, come ben testimoniano i consumi.
Ma quanto a efficacia della risposta, quello messo in campo dalla Jaguar a supporto di un motore altrettanto evoluto mostra di poter tenere testa ai migliori turbo: l’unica cosa che gli si può imputare è un allungo relativamente limitato, 6500 giri non sono poi gran cosa per un motore del genere. In compenso la coppia è abbondante e pronta a emergere. Al punto da mettere in crisi la motricità, complice una distribuzione dei pesi che privilegia leggermente l’avantreno (53 a 47) e a dispetto di una taglia di pneumatici che più generosa non si può, almeno per una berlina.
Proprio la difficoltà di mettere a terra la potenza, alla fine, è il solo limite evidenziato dall’autotelaio della XFR, per altro verso strutturato ed equipaggiato per far contenti un po’ tutti: chi ama guidare veloce ma sul velluto e chi, anche se sta al volante di una berlina da quasi 1800 kg, cerca sempre e comunque la prestazione. Anzi, alla fine questa ambivalenza è forse il merito maggiore della berlina inglese, che sa essere cattiva nella spinta ed efficace nel comportamento, quanto civile nel portare a spasso i suoi passeggeri. Il grosso del merito va alle sospensioni, che se non hanno trovato la quadratura del cerchio ci sono andate molto vicine: gli ammortizzatori smorzano a sufficienza sulla verticale ma senza che per questo l’assetto vada a soffrire di rollio in curva o di beccheggio in frenata.
Chiaramente, utilizzando la vettura in modalità Dynamic si avverte la tendenza a copiare le asperità stradali con maggior fedeltà, ma senza aver mai la sensazione che la sospensione sia a pacco o che al posto dell’ammortizzatore ci sia un pezzo di legno. Buon confort, insomma, accompagnato da un’altrettanto valida insonorizzazione. Forse qualcuno avrebbe gradito addirittura una voce un po’ più robusta, qui invece il motore ha sì il timbro classico del V8, ma con lo scarico ingabbiato dal compressore il suo suono finisce per uscire sempre un po’ attenuato. In compenso nessuno rimpiangerà che i larghissimi pneumatici da 20” scivolino con discrezione anche su fondo rugoso, o che i disturbi prodotti da cristalli e specchietti acquistino un minimo di spessore solo quando si passano i 200.
Quanto alla guida, come già accennato c’è soltanto l’imbarazzo della scelta: si può andarsene in giro con un filo di gas e il cambio in Drive, muovendosi con una fluidità e una pulizia sorprendenti, tenuto conto dei 500 e passa cavalli. Si può prendere un ritmo brillante, lasciando che nelle curve lunghe la XFR mostri tutta la precisione con cui è capace, replicando fedelmente le traiettorie disegnate con lo sterzo e lasciando che il cambio gestisca i passaggi di marcia nella massima fluidità, o accentui la risposta in scalata passando alla gestione Sport.
Infine, si può anche optare per il Dynamic Trac, modalità che corregge un po’ tutte le risposte della vettura in chiave prestazioni, e dedicarsi a gestire il cambio con le palette dietro al volante. Nel caso, si scopre che cercando il limite si finisce inevitabilmente per scontrarsi con le inerzie in gioco, e un po’ di battaglia col sottosterzo risulta inevitabile. Ma soprattutto, che nelle marce basse occorre proprio il piede di velluto per scaricare a terra la giusta quantità di coppia. Vero che il differenziale fa bene il suo lavoro, ma a elettronica disinserita il pattinamento è sempre in agguato. Progressivo quanto evidente.
Meglio lasciar perdere dunque, almeno per strada, e tenersi l’ancora di salvezza rappresentata da un’elettronica comunque capace di non umiliare la dinamica di marcia, e dedicarsi a gustare il molto di buono che la XFR ha da offrire. In accelerazione, in ripresa ma anche in frenata, grazie a un impianto capace di offrire decelerazioni di notevole intensità e conseguenti spazi di arresto di valore assoluto, visto il peso in gioco. Ma al tempo stesso corredato da un comando in grado di dosare alla perfezione la decelerazione necessaria per fermarsi al semaforo. Ancora una volta, vien fuori la doppia anima della XFR: docile o cattiva, a seconda di circostanze e preferenze.
Jaguar XFR 5.0 V8

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