Mercedes E 250 CDI: 240 km/h, 20 km/litro!

Mercedes E 250 CDI

di Redazione

20.10.2009 ( Aggiornata il 20.10.2009 17:27 )

Design

Oggi il campo delle coupé è quanto mai di nicchia: nel primo semestre dell’anno non hanno rappresentato che il 2,66% del mercato. Tra le prime dieci, Mercedes brilla per la sua assenza; spetterà proprio alla nuova E il compito di rimediare alla lacuna. Compito tutt’altro che impossibile, visto che gli argomenti non le difettano.
A iniziare dallo stile: gli elementi tipici della E più recente (il doppio faro rettangolare allungato, il passaruota posteriore molto segnato, il fanale posteriore extralarge) ci hanno guadagnato nel passaggio di carrozzeria, e appaiono particolarmente armoniosi. Piacevole, come già nell’ultima CLK, l’eliminazione del montante centrale, che quando si abbassano i finestrini laterali anteriori e posteriori apre visivamente la fiancata, permettendo tra l’altro di viaggiare senza l’eccesso di vortici che normalmente si riscontra in queste condizioni. Meno entusiasmante il piccolo deflettore posteriore fisso, nato per permettere al resto del vetro di “insaccarsi” nella fiancata: funzionale, originale ma non bellissimo.
E se l’estetica sarà sempre una faccenda soggettiva, altrettanto non si può dire dell’aerodinamica. Che con un Cx-record di 0,24 fa di questo modello la vettura di serie più profilata del mondo. Ma sono soprattutto le sensazioni di guida — un confort di elevato livello, un handling eccellente — a fare di questo classico della produzione Mercedes una vera musica per gli appassionati della sportiva che non perché è tale si sente in dovere di rinunciare a quattro comodi posti e a un baule da vacanza.
La classica coupé da famiglia, insomma. Casomai, da famiglia abbiente: costruita in modo pressoché impeccabile come ci si attende da una Mercedes, la E Coupé non si fa mancare, delle Mercedes, anche gli aspetti meno invitanti. Uno soprattutto: il prezzo, che se paragonato a quello delle Audi A5 e delle BMW Serie 3 Coupé con motorizzazioni paragonabili segna una differenza media a sfavore della E di oltre 7mila euro.
L’ambizione di collocarsi un gradino più in alto delle concorrenti giustifica solo in parte la richiesta economica. Anche perché il corredo standard, pur completo di tutto l’indispensabile in termini di sicurezza e confort, non ha — a parte l’avviso di stanchezza Attention Asssist, un atout di grande livello — spunti di particolare rilievo: sette airbag, clima bizona, interni in pelle e tessuto, cruise attivo, navigatore, Bluetooth e pochi altri sono elementi ormai ovvi nella categoria.
Poi, certo, c’è la lista degli optional: lunghissima, ricchissima e a tratti meschina, visto che non solo i sensori di parcheggio ma persino il posacenere e i tappetini si pagano a parte. L’offerta commerciale comprende per ora due benzina e due diesel, con frazionamento a 4, 6 e 8 cilindri.
I più interessanti — e non solo per una questione fiscale — sono i quattro cilindri: l’E250 CGI, a iniezione diretta di benzina (un milleotto, nonostante la sigla) e l’E250 CDI, turbodiesel common rail 2.2 litri (anche qui 250 è una cifra di pura fantasia) protagonista della nostra prova. La Mercedes ha lasciato la massima libertà di scelta a chi si orienta su uno dei due motori di accesso: entrambe le E250 Coupé hanno 204 cavalli e costano, nel più completo allestimento Avantgarde, esattamente uguale (50.940 euro). Differenza sostanziale: se il CGI a benzina si accontenta di 31,6 kgm a 2000 giri, il CDI ne spara alle ruote una volta e mezzo tanti (51), a un regime ancora più favorevole: 1600/1800 giri.
Una coppia robustissima che, specie se abbinata come sul nostro esemplare all’automatico, permette riprese tremendamente efficaci. Dissipando ogni residuo dubbio — mai ci fosse qualcuno che ancora lo nutriva — sulla liceità del matrimonio tra la carrozzeria coupé e quel motore diesel che in tempi non sospetti fu reso celebre — quant’è piccolo il mondo — da indistruttibili taxi con la Stella.
Mercedes E 250 CDI

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