A essere così come la natura ci ha creati, un pizzico maliziosi, verrebbe facile pensare che le oltre 2.000 modifiche che la Mercedes sbandiera per dire quanto la Classe C restyling sia cambiata rispetto a quella uscita tre anni e mezzo fa siano nè più nè meno che il solito specchietto per le allodole. Se ci pensate, un pannello qualunque sostenuto da dieci rivetti poi sostituiti da dieci viti a croce vale già come undici pezzi diversi. Ma la Mercedes è una casa dalla tradizione troppo seria per farsi prendere in castagna per così poco. E così, rifuggendo dalla tentazione di lavorare più di tanto all’esterno — le modifiche, come sempre in questi casi, sono poche e per niente significative — ci ha dato effettivamente dentro nelle parti che, in una macchina, si vedono di meno ma contano di più. Ne è uscita così una S204 (così si chiama in codice fabbrica la C Wagon) che, come sempre più raramente accade nei restyling di metà carriera, a pochissime modifiche estetiche abbina una plancia quasi completamente ridisegnata. E poi hanno investito parecchio, a Stoccarda, sui due assi che solo i superficiali potrebbero limitarsi a definire una moda: la riduzione dei consumi, quindi l’attenzione all’ambiente; e il miglioramento dell’elettronica. Tanto quella di assistenza alla guida, quanto quella per la qualità della vita a bordo. A questo capitolo, tra i vari progressi fatti dal Comand, la “centrale” infotelematica Mercedes che si gestisce dal Controller, la rotella sulla tunnel, c’è, per la prima volta su una Classe C, l’accesso a Internet, che sulla più ricca e sportiveggiante versione Avantgarde oggetto della nostra prova è pure di serie. Grazie alla connessione Bluetooth, il Comand On Line si attacca al traffico dati della SIM contenuta nel vostro smartphone per andare su qualunque sito a macchina ferma, oltre che su una selezione di indirizzi precaricati (tipo meteo e Google Maps) in tempi rapidi, anche mentre si viaggia.

Se internet in macchina non vi basta o non vi interessa, sappiate che il rinnovato Comand ha in più anche un display maggiorato, può copiare la rubrica del telefono, visualizza gli SMS, riproduce gli Mp3 anche in wireless, importa eventuali destinazioni speciali su memory card SD e si interfaccia con un gran numero di periferiche, dall’iPod a lettori esterni di CD grazie a una porta USB nel bracciolo centrale. Alla voce “ecologia” la nuova serie della Classe C mette in campo due elementi che, pur rappresentando — sulla C220 CDI che abbiamo scelto per il test — le uniche novità meccaniche di rilievo, cioè lo Start&amp;Stop e il cambio automatico a sette marce, sono capaci di trasformare l’ecolabel BlueEFFICIENCY da un apparente slogan a una schiacciante realtà: abbiamo misurato consumi mediamente inferiori del 32,8% rispetto alla serie precedente, arrivando a percorrere quasi 14 km/litro in città e più di 15 in autostrada. E tutto questo con quasi 17 quintali di macchina sopra. Una parte del contributo va però anche al motore con turbo a doppio stadio invece che a turbina singola: non è una novità del restyling (era entrato in gamma nell’autunno 2009) ma è comunque diverso da quello che avevamo provato a maggio 2009, nonostante i valori di potenza e coppia combacino. Poi, certo, uno guarda la fattura e si rende conto che, anche senza esagerare con gli optional, questa station per meno di 45mila euro non se la porta a casa. E sono tanti, persino contro le concorrenti dirette. Però la qualità Mercedes resta di un altro pianeta. Vale per il confort di marcia, per la ricchezza dei materiali, per la cura con cui la macchina è costruita. Pensate: sulle saldature delle lamiere c’è un cordone in PVC che rende impossibile la corrosione. E le parti delle sospensioni più esposte al pietrisco sono protette da rivestimenti in sintetico. Per carità: si vive anche senza. Ma se queste cose ci sono, è logico che costino. <img title="Mercedes C220 CDI SW " alt="Mercedes C220 CDI SW " src="https://www.auto.it/images/auto/41/C_3_Media_1354241_immagine.jpg" />

<h1>Sotto lo stesso tetto c&rsquo;&egrave; tutto. Anche il web</h1>&Egrave; raro che un &ldquo;semplice&rdquo; restyling comporti il totale ridisegno della plancia. Eppure &egrave; questo che &egrave; successo sulla C. Che invece di 4 bocchette di aerazione rettangolari uguali ne ha due tonde ai lati e due trapezoidali al centro. Poi ci sono una fascia (in alluminio, sulla Avantgarde) a met&agrave; altezza e un pannello della radio di nuovo disegno. Non vi abbiamo ancora detto la novit&agrave; pi&ugrave; grossa: il navigatore, prima retrattile, ora &egrave; fisso, protetto dalla stessa palpebra (prolungata) della strumentazione. Che ha un inedito e perfettamente leggibile display centrale a colori. Il volante a tre razze con quella centrale in alluminio c&rsquo;&egrave; solo sulle Avantgarde ed &egrave; quello dellla CLS. Qui accanto, la schermata di accesso al nostro sito dal Comand on line.<h1>Si sta bene</h1>Con 1390 mm alle spalle e 1440 ai gomiti davanti (1398/1462 dietro) lo spazio trasversale nella C &egrave; adeguato. Non eccezionale invece quello in lunghezza per chi siede dietro. Di serie il posto guida &egrave; regolabile elettricamente solo in altezza e inclinazione. Il &ldquo;full electric&rdquo; &egrave; optional.<h1>Carichi organizzatissimi</h1>Il baule &egrave; ampio (485/1500 litri) e molto ben organizzato: 4 occhielli 2 ganci, 2 retine laterali e cantinetta che contiene anche una scatola ripiegabile per la spesa (sopra). <img title="Mercedes C220 CDI SW" alt="Mercedes C220 CDI SW" src="https://www.auto.it/images/auto/46/C_3_Media_1354246_immagine.jpg" />

Ci vuole del coraggio, a dire che la gamma della rinnovata Classe C — non a caso contradddistinta, in ogni versione, dall’etichetta “ecologica” BlueEFFICIENCY — consuma fino al 31% in meno di prima. In fondo, la macchina è la stessa. Tolto il cambio e aggiunto lo Start&amp;Stop. Insomma, appena conclusa la sessione di test strumentali ci siamo fiondati proprio lì, alla colonna “Consumo”. E , collezione di Auto e calcolatrice alla mano, siamo andati a verificare se la promessa è stata mantenuta. Infatti non è così. Ma alla rovescia: nel senso che a Stoccarda si sono tenuti persino un po’ stretti. Nel confronto a distanza con i risultati fatti segnare dalla precedente C220 CDI SW Avantgarde (da noi provata a maggio 2009) abbiamo notato percorrenze migliori mediamente del 32,8%, con esiti particolarmente clamorosi in città, dove dai 9,3 km/litro della vecchia siamo saliti a 13,7. Che è come dire: abbiamo fatto il 47% di strada in più. Le cose sono andate, in generale, molto bene anche in autostrada (da 12 a 15,1 km/ litro: +26%) e nel percorso extraurbano (da 13,1 a 16,4 km/litro). Miglioramenti costanti e importanti, ma con una forbice meno ampia, pure nei test a velocità costante: ai 90 all’ora fissi siamo passati da 18,9 a 22,5 km/litro, ai 120 da 13,7 a 16,7 e nella prova al limite da 5,02 a 6,01. Insomma, quando non è andata granché bene la C è comunque migliorata del 18,8%. Per completezza di informazione va detto che la nostra precedente C 220 CDI montava ancora il motore OM 646 da 2148 cm3 con turbo singolo, mentre questa è mossa dall’OM 651 (2143 cm3) con turbo a doppio stadio: non è una novità del restyling (era stata introdotta nel frattempo), ma resta una differenza di cui tener conto in questo confronto a distanza. Poi, a voler pignoleggiare, la nostra “vecchia” Classe C station montava come optional il pacchetto AMG, che allarga le gomme dietro di un paio di centimetri (da 225 a 245) aumentando lievemente l’attrito. Ma questo può spiegare i decimali, non certo differenze di questa portata. E soprattutto, dice ben poco della guida in città. Situazione in cui la differenza la fanno lo Start&amp;Stop e il nuovo automatico 7G-Tronic. Del primo ci è piaciuta la rapidità nel trovare la giusta temperatura d’esercizio: quantomeno a primavera, si fa bastare anche solo mezzo chilometro di riscaldamento — a motore freddo — prima di entrare in funzione. Se poi lo stop &amp; go, magari a causa di una coda, si prolunga più del previsto e il continuo accendi e spegni diventa oggettivamente un po’ stressante (e specie su un diesel, che “scrolla” più di un benzina, succede) non ci vuol niente a escluderlo: il tasto Eco a centro consolle è ben indicato. L’altro protagonista del cambiamento è la nuova trasmissione a sette marce perfezionata. Se ne sentiva il bisogno: il vecchio NAG a cinque marce aveva preso 6 in pagella: chi ci segue abitualmente,sa che una valutazione così severa non è nei nostri standard. Intanto, la disponibilità di due marce in più ha permesso di distribuire meglio la rapportatura, accorciando quelle basse e quindi conferendo un maggiore spunto in accelerazione e allungando quelle alte, a tutto vantaggio del confort e dei (soliti) consumi. Poi c’è il fatto che il convertitore lo senti davvero poco e i passaggi di marcia — pur non secchi in assoluto — sono rapidi e avvengono con minori variazioni di regime, il che li rende più confortevoli. Peccato che la mancanza dei paddle al volante (ci sono solo nel pacchetto AMG) obblighi, in caso di selezione manuale, al — consueto, per Mercedes e innaturale per il resto del mondo — movimento trasversale della leva. Accennavamo ai benefici della diversa rapportatura sul piano dello scatto: anche in questo la Classe C è migliorata, sia pure solo per una questione di centesimi: lo 0-100 lo copre ora in 8”67 — erano 8”73 — e il chilometro in 29”68 invece che in 29”81. Decisamente superiore invece la velocità massima, che non solo sorpassa il valore dichiarato dalla Casa (219 km/h) ma, con 221,8 km/h rilevati, sopravanza di 10 km/h tondi quello della serie predente. Sempre tonici, e sempre in leggero recupero, anche i rilanci: nel più classico dei test, quello da 80 a 120 all’ora, i 6”11 necessari a completare la ripresa sono scesi a 5”82. Al di là di DI queste importanti evoluzioni, che comportano benefici sul piano squisitamente economico, su quello dell’autonomia di marcia e del piacere di guida, la C220 CDi è rimasta lei. Il suo quattro cilindri common rail è potente e ben sfruttabile ancorché un po’ ruvido specie quando si sposta verso l’alto la lancetta del contagiri: il suo meglio lo dà ai medi regimi, che sono poi quelli di impiego più ricorrente per un diesel. Lo sterzo, specie con la servoassistenza parametrica in opzione montata sulla nostra vettura di prova, si fa amare da fermo (o quasi...) per l’eccellente diametro di volta che permette di girarsi in spazi quasi impensabili; e in movimento, per il valido compromesso tra precisione e reattività: non è di quelli più informativi in assoluto, ma ha sempre il giusto carico. In più la scelta tecnica di montare la scatola della cremagliera a monte delle ruote anteriori (cioè, 8 cm più avanti) determina un comportanto leggermente sottosterzante che è sempre facile gestire, anche grazie alle limitate oscillazioni sull’asse verticale della scocca. Sul fronte opposto, non esistono proprio problemi di stabilità. E prima che sia chiamato in causa l’ESP (disattivabile solo parzialmente e molto progressivo) ce ne vuole davvero. I freni fanno egregiamente il loro lavoro, pur chiamati a fare i conti con quasi 17 quintali di macchina: sono ben modulabili e consegnano una rassicurante sensazione al pedale. E in fondo 36,2 metri per fermarsi da 100 sono uno spazio corretto. Infine, il confort: da Mercedes. Nessun rumore parassita, aerodinamica “zitta”, motore ben incapsulato. Con il corollario di un filtraggio soft e graduale dei fondi irregolari. <img title="Mercedes C220 CDI SW " alt="Mercedes C220 CDI SW " src="https://www.auto.it/images/auto/42/C_3_Media_1354242_immagine.jpg" />

Due rapporti in più nel cambio automatico che così diventano sette, l’ormai immancabile Start&amp;Stop per tagliare consumi ed emissioni e una pioggia di sistemi elettronici di assistenza alla guida già conosciuti, ma che per la prima volta Mercedes travasa dai modelli di classe superiore alla sua vettura media, seguendo quella logica di ricaduta dall’alto verso il basso dei contenuti da sempre alla base della filosofia del marchio. Le novità della Classe C restyling sono soprattutto queste, ma c’è anche dell’altro: ad esempio, un uso più esteso dell’alluminio, materiale in cui — oltre ai parafanghi anteriori e ai moduli porta — è realizzato adesso anche il cofano motore, che pesa 9,2 kg in meno rispetto a prima. Dal punto di vista strettamente meccanico la novità più grossa è l’estensione anche alle motorizzazioni a quattro cilindri del cambio 7G-Tronic, in precedenza riservato ai V6, in sostituzione del vecchio NAG a cinque rapporti. Nel dettaglio, si tratta del 7G-Tronic Plus, ovvero la versione più evoluta, con un gruppo elettroidraulico perfezionato, materiali a più basso attrito e un software ottimizzato che, oltre a migliorare la dinamica e la silenziosità, allungano la vita della trasmissione riducendo nel contempo i consumi. Un tema, questo, particolarmente caro ai progettisti Mercedes che hanno montato lo Start&amp;Stop praticamente su tutta la gamma della C (a eccezione della 300 CDI 4Matic) promettendo percorrenze superiori finanche del 31%. Poi c’è l’arricchimento dell’elettronica di assistenza, con 9 elementi (di serie od optional) che completano il kit della media di Stoccarda. Sono della partita: gli abbaglianti adattivi, che si commutano automaticamente nelle mezze luci quando incrociano un altro veicolo; il lane warning attivo, quello che oltre a dirti che stai uscendo di strada attiva l’ESP per rimetterti in carreggiata; il Blind Spot Assist attivo; l’Attention Assist, ovvero la famosa tazzina di caffè che suona e lampeggia dentro la strumentazione quando avverte movimenti anomali del volante da cui si capisce che probabilmente sei stanco e rischi di addormentarti; il Brake Assist Plus, che chiama in aiuto i radar per adeguare la pressione dell’impianto frenante nei panic stop; il Distronic Plus, cioè il cruise control (Tempomat, nel dizionario Mercedes) con regolazione della distanza tra 0 e 200 km/h; lo Speed Limit Assist, che “copia” dentro il cruscotto i limiti di velocità letti da una telecamera integrata nel parabrezza; l’Active Parktronic, cioè il sistema di parcheggio automatico; e il Pre-Safe, cioè la frenata automatica tra 30 e 200 km/h. Motore (Start&amp;Stop a parte), sterzo, freni e sospensioni sono immutati: il menu propone quindi il ben conosciuto 2.1 litri da 170 cavalli, una cremagliera con l’assistenza parametrica in opzione, 4 dischi e un avantreno McPherson abbinato a un retrotreno Multilink: un classico fin dai tempi della 190. <img title="Mercedes C220 CDI SW " alt="Mercedes C220 CDI SW " src="https://www.auto.it/images/auto/53/C_3_Media_1354253_immagine.jpg" />

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