Hyundai Santa Fe 2.2 CRDi

Hyundai Santa Fe 2.2 CRDi

di Redazione

04.06.2013 ( Aggiornata il 04.06.2013 15:18 )

Rilevamenti e Tecnica

Nessuna rivoluzione tecnica epocale ci attende sotto la pelle e il cofano della nuova Santa Fe, ma invece tanti miglioramenti evolutivi e soprattutto l’utilizzo allo stato dell’arte dell’elettronica abbinata alla meccanica. Così a spingere ritroviamo il classico turbodiesel “R” 2.2 di costruzione Hyundai che aveva debuttato nel 2009, in grado di fornire 197 cv. Fra le sue caratteristiche, l’iniezione common-rail e la turbina a geometria variabile, oltre alle 4 valvole per cilindro che fanno capo alla distribuzione con due alberi a camme in testa. In quest’ultima versione è stato affinato nei consumi e nelle emissioni.

È abbinato a un cambio manuale a sei rapporti oppure (unica scelta con l’allestimento Style) al nuovo automatico che, pur mantenendo il concetto tradizionale di funzionamento, presenta un inedito convertitore di coppia “flat” che rende più compatta e più leggera (12 kg in meno) la trasmissione; si parla anche di un miglioramento del 12% nei consumi. Questo automatico può essere utilizzato anche in modalità sportiva, cioè selezionando manualmente i rapporti, ma sempre con la leva (non ci sono palette al volante).

La trazione integrale permanente sfrutta un sistema denominato TOD (Torque On Demand) per cui normalmente il movimento propulsivo è demandato interamente alle ruote anteriori; in caso di perdita di aderenza, la trazione viene spostata anche posteriormente suddividendola fino a 50/50 sui due assi. In caso di fondi difficili si può “comandare” subito la trazione su tutte e quattro le ruote, tramite il pulsante “lock”, che si disattiva al di sopra dei 40 km/h. La generosa coppia di questo motore permette di smuovere dinamicamente una vettura che supera pur sempre i 19 quintali di peso (comunque ne abbiamo misurati meno del dichiarato: 1936 contro 1968 kg) nonostante un certo impegno nel cercare di ridurre la stazza complessiva.

Come con la i40, sono stati abbinati opportunamente componenti in acciaio ad alta resistenza e in alluminio, migliorando sensibilmente la resistenza a flessione e torsione, e quindi il comportamento dinamico. Va sottolineato che ogni particolare in acciaio proviene dalla Hyundai Steel di Nangjin, in Corea del Sud, vale a dire l’acciaieria del gruppo. Anche i supporti del motore e delle sospensioni sono stati curati in modo da garantire precisione ma anche da filtrare le vibrazioni, con le sospensioni che sono di tipo tradizionale: le multilink posteriori sono state studiate per non interferire con la capacità del bagagliaio. Infine troviamo l’applicazione, per la prima volta su un Suv del gruppo, del sistema di sterzo Flex Steer: come sulle berline, l’idraulica della servoassistenza è gestita elettronicamente e permette di variare l’intensità dell’azione su tre livelli, secondo le preferenze di chi guida.

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