Porsche Cayman S, prova su strada e amore a prima vista

Porsche Cayman S

di Lorenzo Facchinetti

17.07.2013 ( Aggiornata il 17.07.2013 15:03 )

Prestazioni

In apertura dicevamo che la Cayman è sempre la Cayman, pur se profondamente modificata a livello tecnico e stilistico. E anche da guidare, il nuovo modello continua a offrire le stesse straordinarie sensazioni.

Però con qualche plus: ad esempio, sotto il profilo del confort. Quando passeggi in città sul ciottolato o sui dissuasori, la taratura delle sospensioni è più generosa di prima e la schiena patisce molto meno; se paragonata a una 911 GT3, la Cayman sembra una Mercedes... Merito, probabilmente, anche della rinnovata gestione elettronica PASM che offre una maggior selettività nelle regolazioni. Garantendo dunque maggior confort da una parte, ma anche un dinamismo superiore quando si opta per le modalità più sportive, che sono invece molto rigide per un comportamento pressoché piatto in curva.

L’altro aspetto che distingue la nuova Cayman S dalla precedente è l’allungo del motore. Duecento giri in più, ve lo garantiamo, si sentono eccome. Non tanto nelle prestazioni velocistiche pure (comunque eccellenti e migliori di prima, 0-100 in 4”48 e 280,7 orari), quanto per sensazioni: se infatti la risposta ai regimi medio- bassi è soddisfacente ma nulla di che, dai cinquemila ai sette-e-cinque il boxer è davvero molto graffiante e coinvolgente, con una straordinaria reattività al pedale del gas e un sound metallico da brivido.

Lungo una strada guidata, se riuscite a tenere l’ago del contagiri lassù le emozioni di guida sono impagabili, coadiuvate da un corpo vettura perfetto nel suo equilibrio fra le masse: poco rollio, poco beccheggio, ruote anteriori che mordono l’asfalto in inserimento curva e quelle posteriori che si aggrappano al suolo senza problemi, con il sovrasterzo di potenza che arriva soltanto se lo chiami tu guidando sporco. E ora arriviamo al cambio PDK, croce e delizia di tutte le più recenti Porsche.

È encomiabile per rapidità d’azione, versatilità d’impiego, coinvolgimento emotivo grazie alle doppiette sempre ben calibrate e alle logiche di funzionamento che si adattano come un guanto al tuo stile di guida, mantenendo la marcia in curva o scalando più repentinamente all’aumentare della decelerazione. Però, e scusate se ci ripetiamo per l’ennesima volta, non condividiamo alcune cose: il fatto che in modalità manuale scali comunque rapporto in kick-down (questioni di sicurezza in fase di sorpasso, supponiamo); la modalità veleggio è sgradevole e rovina il confort in autostrada, quando il motore viene scollegato e ricollegato alla trasmissione (questioni di emissioni, una certezza); i pulsanti al volante per la cambiata manuale sono irrazionali (questioni sconosciute...).

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