Aspettando la sportività stradale Valhalla, c'è un progetto da pista che difficilmente si potrebbe pensare più estremo. Aston Martin Valkyrie non è abbastanza, né lo è la AMR Pro, prototipo immaginato lo scorso anno e dal quale il marchio inglese ha evoluto concetti aerodinamici e configurazione.
Verrà presentata tra pochi giorni l'ultima specialissima Valkyrie, più veloce di lei corrono però le anticipazioni sul web e un'immagine sfuggita - dallo stesso portale Aston Martin, tanto da pensare che sia stato un leak ad arte - rivela l'enorme lavoro di affinamento aerodinamico compiuto.
Aerodinamica
Aerodinamica curata da Adrian Newey, con Red Bull Advanced Technologies a definire il concetto aerodinamico del progetto Aston Martin Valkyrie. Cambia notevolmente lo sviluppo dell'ala anteriore, di fatto è un doppio profilo sospeso, con piloni centrali proprio come lavora l'aerodinamica dell'avantreno di una monoposto di Formula 1.
Due piani dell'ala, paratie esterne ricurve, aria canalizzata verso il fondo e gestita dai deviatori di flusso evoluti, dietro le ruote anteriori. È chiara la conformazione scavata in basso, per guidare l'aria lungo la fiancata e verso la zonta interna alle ruote posteriori.
Quella che in una monoposto sarebbe la zona "Coca-Cola", per il restringimento a bottiglia di Coca Cola che si apprezza nella vista in pianta. Lo stesso fondo davanti alle ruote posteriori ha dettagli mirati a ottimizzare l'effetto suolo. Molto più evidenti sono gli specchietti con supporti ovviamente dalla funzione aerodinamica e l'ala posteriore.
Ala posteriore
Il biplano si estende alle paratie verticali, tutto un unico elemento, sia il piano principale che il flap, a cucchiaio, dietro la pinna longitudinale pensata per migliorare la stabilità dei flussi d'aria in curva alle alte velocità: lavora meglio l'ala posteriore e si genera una stabilità superiore del carico aerodinamico.
Restano da scoprire, ancora, i dati relativi alla potenza del motore V12 aspirato e un ulteriore alleggerimento del progetto. Oltre ovviamente alle prestazioni, al carico deportante sviluppato, la forza G generata in curva.
Un peccato che Aston Martin, con la nuova proprietà, abbia fatto un passo indietro sull'iniziale, annunciato, progetto di ritorno nel WEC con una Hypercar.