Le fabbriche di batterie sono il cruccio della maggior parte dei Costruttori. Tanto nel mondo quando nella Vecchia Europa, che da tempo ha programmato nuovi stabilimenti e la riconversione di siti dedicati alla produzione di auto tradizionali.
L’analisi dello specialista Benchmark Minerals prospetta un balzo per il 2030. Terminato il decennio le gigafactory europee saranno operative per una calata totale di 789,2 GWh. Quanti saranno? Per fare un raffronto saranno sufficienti per assemblare 15 milioni di auto elettriche e comunque oltre sei volte superiore a quando esistente nel 2018, ovvero 120 GWh, necessari per alimentare 2,2 milioni di vetture a batterie.
Una progressione notevole, che rappresenterà però solo un settimo dei GWh prospettati a livello globale, ben 5.452. Entro la fine di quest’anno saranno sette le gigafactory europee. La principali saranno quelle di LG Chem in Polonia con 32 GWh, di Samsung Sdi in Ungheria con 20 GWh, di Northvolt in Svezia con 16 GWh, di SK Innovation in Ungheria con 7,5 GWh e di Envision AESC in Regno Unito con 1,9 GWh.
Crescita esponenziale
Benchmark Minerals afferma che entro il 2030 gli impianti saranno 27, con numerosi stabilimenti realizzati dalle Case auto, quali Renault, Stellantis, tra cui Termoli in Italia, e Volkswagen.
Tra i progetti più importanti ancora Northvolt, con una fabbrica da 92 GWh, la cinese Catl, che ha a Erfurt in Germania ha in programma una fabbrica da 80 GWh. Ma soprattutto Tesla, che nella sua gigafactory a Berlino-Brandeburgo per il 2030 dovrebbe raggiungere una capacità di 125 GWh e quindi la leadership continentale.
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