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Ibride plug-in, le 10 più economiche da acquistare con gli incentivi

Sono sempre di più i Costruttori che puntano sulla tecnologia ibrida ricaricabile per i propri modelli. Soprattutto quelli che, per dimensioni e peso, avrebbero altrimenti l'handicap di consumi elevati e prestazioni non sempre brillanti. Il plug-in, infatti, oltre a ridurre sensibilmente la “sete” di benzina delle vetture, contribuisce anche a dar loro maggiore potenza. A patto che si usino nel modo giusto. Come emerso dai numerosi test effettuati dal nostro Centro Prove, infatti, le ibride alla spina si rivelano vantaggiose solo avendo cura di caricare il più spesso possibile la batteria.

Ma come funzionano queste vetture? Il principio è analogo a quello delle ibride tradizionali, in cui un motore elettrico eroga potenza e coppia per aiutare l'unità endotermica, riducendone i consumi di carburante. Nel caso specifico delle plug-in, la ricarica non avviene solo tramite frenata e decelerazione, ma pure attraverso il cavo di ricarica. Questo permette di adottare batterie più capienti e percorrere in modalità full electric percorsi che possono, a seconda del modello, raggiungere quota 70-80 km. Rendendo queste auto una soluzione ideale per gli spostamenti quotidiani, sempre a patto però di effettuare spesso la ricarica per massimizzare il risparmio di carburante.

Le ibride plug-in rientrano peraltro nella seconda fascia degli incentivi statali 2022, ovvero quella con emissioni incluse tra 21 e 60 g/km di CO2. Per loro è previsto un bonus di 2mila euro al momento dell'acquisto, a cui se ne aggiungono altrettanti in caso di rottamazione. Ecco, quindi, quali sono le 10 auto ibride plug-in più economiche sul mercato, e che beneficiano degli incentivi.

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