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Lamborghini e il V12: storia di un amore... aspirato

Se c'è un motore iconico nella storia delle auto sportive, quello è il V12 di Lamborghini. Lo stesso V12 aspirato che dopo sessant'anni uscirà di produzione per far spazio alla sua nuova versione ibrida, che debutterà nel corso del 2023 con la nuova generazione di Aventador. Un motore, il dodici cilindri a V del Toro, che ha segnato la storia del Marchio sin dalle sue origini. Perché Lamborghini è nata negli anni '60 proprio insieme al suo V12, senza mai distaccarsene. Non lo farà neanche adesso, sebbene lo rinnoverà secondo una forma diversa, pensata per un modo nuovo di intendere l'automobile. Le emozioni dell'aspirato però saranno impossibili da dimenticare o da scalfire.

Un motore versatile

Il progetto ingegneristico del V12 Lamborghini ha conosciuto sostanzialmente due generazioni: il primo motore nacque con la 350 GT da Giotto Bizzarrini; il secondo è quello che ha debuttato nel 2011 con l'Aventador. Nel corso degli anni ha subito tante modifiche tecniche, così come è stato inserito in diverse posizioni. Quel che è sempre rimasto immutato è il suo sound coinvolgente, la sua potenza, il fatto di aver dato spinta a modelli che hanno fatto la storia delle supercar. Perché dopo la 350 GT, e le sue derivate tra cui l'Espada del 1968, nel 1966 il V12 è stato montato sulla Miura, nel 1971 sulla Countach e nel 1990 sulla Diablo, prima di trovare la sua ultima collocazione a bordo della Murciélago. In una parola: versatilità.

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