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Area B, Milano rinvia lo stop ai motorini: una boccata d’ossigeno per chi non può cambiare veicolo

© Shutterstock

Una buona notizia, anche se arrivata in ritardo, per migliaia di milanesi e pendolari che si muovono su due ruote. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha annunciato il rinvio di un anno dell’entrata in vigore dei divieti di accesso ad Area B per alcune classi di motocicli e ciclomotori. Le restrizioni, inizialmente previste dal 1° ottobre 2025, slitteranno dunque al 1° ottobre 2026, concedendo più tempo a cittadini e lavoratori per adeguarsi.

Una decisione che arriva a seguito delle numerose polemiche e delle richieste di buon senso da parte di chi, pur condividendo gli obiettivi ambientali, chiedeva tempi più umani per la transizione ecologica, soprattutto in un periodo economico tutt’altro che favorevole.

Una scelta più equa per chi usa moto e scooter

Il Comune di Milano ha motivato la decisione con la necessità di garantire un trattamento omogeneo tra motocicli e automobili, soprattutto in riferimento al sistema MoVe-In, già attivo per le auto e ora esteso anche alle due ruote. Questo strumento consente a chi ha un veicolo inquinante di circolare per un numero limitato di chilometri all’anno, monitorati con un dispositivo installato sul mezzo.

Un modo per non penalizzare indiscriminatamente i cittadini che utilizzano veicoli vecchi, spesso perché non possono permettersi alternative. E in questo senso, il rinvio è anche un messaggio politico: non si può chiedere a tutti di cambiare mezzo da un giorno all’altro, soprattutto quando il parco circolante inquinante è ancora rilevante.

Come ha dichiarato il sindaco Sala: «Alla luce della consistenza del parco circolante ancora interessato dai divieti previsti dal 1° ottobre 2025 e della necessità di consentire ai cittadini un tempo congruo per adeguarsi, riteniamo opportuno proporre un posticipo di un anno dell’entrata in vigore di tali limitazioni».

La transizione ecologica va fatta, ma non sulla pelle di chi lavora

In un momento in cui si parla tanto di sostenibilità, è fondamentale ricordare che la transizione ecologica deve essere sostenibile anche per le persone. Non si può imporre a chi guadagna meno di cambiare mezzo o restare tagliato fuori dalla città. Non si può pretendere che un rider o un pensionato si compri uno scooter elettrico da oltre 3.000 euro dall’oggi al domani. Le politiche pubbliche devono andare incontro a chi ha meno, non schiacciarlo sotto il peso della burocrazia verde.

Questa proroga rappresenta quindi una boccata d’ossigeno per chi ogni giorno deve muoversi a Milano per lavorare, accompagnare i figli a scuola o semplicemente vivere. Ma deve anche essere l’occasione per ripensare il modello di mobilità urbana, investendo davvero in incentivi, infrastrutture e alternative concrete.

I limiti restano: occhio al 2026

Il rinvio non significa cancellazione: i limiti entreranno in vigore dal 1° ottobre 2026, salvo ulteriori modifiche. Saranno coinvolti soprattutto i motocicli Euro 0 ed Euro 1 a benzina, oltre ad alcuni Euro 2 più vecchi. Chi vorrà continuare a circolare potrà aderire al MoVe-In e ottenere un chilometraggio annuale limitato, in base alla categoria del mezzo.

Il consiglio, per chi è ancora in dubbio, è di verificare subito la classe ambientale del proprio veicolo e informarsi sui contributi o rottamazioni disponibili, anche se al momento sono scarsi e disomogenei. Il rischio, infatti, è che ci si ritrovi tra un anno esatto nelle stesse condizioni, ma con meno comprensione da parte delle istituzioni.