La Smart #2 segna il grande ritorno della city‑car iconica del Marchio: una due‑posti ultra‑compatta, elettrica al 100%, progettata da Mercedes e realizzata in Cina grazie alla partnership con Geely. Il progetto, noto con il nome in codice project: two, è già nella fase finale di sviluppo e punta a debuttare entro la fine del 2026.
La #2 si inserisce coerentemente nella gamma Smart insieme agli altri modelli (#1, #3 e #5), ma soprattutto rappresenta un ritorno alle radici del marchio: dimensioni contenute, due posti, agilità urbana, facilità di parcheggio. Dirk Adelmann, CEO di Smart Europe, ha definito questo progetto come un momento «decisivo per il marchio su scala globale».
Tecnologia e design: radici e futuro
Nonostante manchino ancora immagini ufficiali, le informazioni confermano che la Smart #2 sarà una city‑car elettrica compatta, nel segmento A, con soluzioni tecnologiche intelligenti e sostenibili che richiamano l’essenza della Fortwo originale: sbalzi corti, spazio ottimizzato, due posti e bagagliaio modesto.
Inoltre, la ricostruzione dell’immagine tramite rendering mostra linee moderne ma proporzioni familiari: fari sottili, cofano corto, silhouette accogliente per la mobilità urbana. L’obiettivo è offrire un’esperienza nuova ma fedele all’identità del brand.
Mobilità urbana sotto assedio: un atto di difesa
È giunto il momento di difendere il cuore pulsante della mobilità cittadina. La decisione di abbandonare la Fortwo ha lasciato un vuoto tangibile: veicoli termici di seconda mano rivalutati e nostalgici della leggerezza urbana. La Smart #2 non è solo un modello nuovo: è una rivincita, una risposta decisa al caos urbano. È l’affermazione che la mobilità cittadina non deve sacrificare agilità, praticità, spazio intelligente per lasciar spazio ai colossi su ruote. Basta con le scelte urban-unfriendly che costringono ad adattarsi a città congestionate.
La #2 è un simbolo di speranza per gli automobilisti italiani che vogliono ancora muoversi con intelligenza: con dimensioni ultracompatte, parcheggi facili e zero emissioni. È la dimostrazione che il Marchio può (e deve) continuare a difendere la mobilità urbana, non rinnegarla.