Home

News

Anteprime

Prove

Primi Test

Saloni

Auto Dell'anno

Foto

Auto

LISTINO

BMW M Story, simbolo di passioni

Cinquant'anni e non sentirli. Ecco la storia e i segreti che si celano dietro la celebre lettera “M”, che definisce la gamma più sportiva e performante della Casa bavarese, dalla nascita della BMW Motorsport GmbH a oggi.

C'era una volta il motorsport. Anzi c’era una volta il Motorsport con la M maiuscola. E c’era pure una Casa bavarese che aveva capito che l’unico modo per alimentare il proprio status era vincere in pista (e anche su strada). Perché un tempo il marketing lo facevano soprattutto le corse. Tu vincevi e la tua quota di popolarità aumentava. Le vittorie garantivano la validità dei tuoi prodotti. All’inizio degli anni ’60 in quel di Monaco debuttò la celebre Neue Klasse, piattaforma su cui vennero realizzate una serie di modelli della Casa tedesca, sia nel formato coupé che berlina, riconoscibili dalla denominazione che richiamava la cilindrata del motore.

BMW M, i modelli mai nati della divisione Motorsport

Era il tempo di rivoluzionare il Marchio teutonico, e le corse furono la naturale determinazione della nuova Neue Klasse, che dimostrò un potenziale da prima della classe. Nel 1964, al debuttò nelle competizioni, Hubert Hahne vinse 14 gare su 16, laureandosi campione tedesco. Gli anni successivi confermarono la “potenza” della Casa bavarese nelle corse automobilistiche, così a inizio anni ’70 si decise di dare corpo e anima al reparto sportivo BMW. Nel 1972 venne istituita la BMW Motorsport GmbH, conosciuta anche come M-Technik o semplicemente come “M” (per Motorsport).

"Un’azienda è come un essere umano. Finché si dedica allo sport, è in forma, ben allenato, pieno di entusiasmo e prestazioni". Queste erano le parole di Robert A. Lutz, membro del consiglio di amministrazione di BMW AG Sales, nel 1972. Erano i concetti che battezzavano la più giovane filiale di BMW AG all’epoca: la BMW Motorsport GmbH.

Il resto dell'articolo ti aspetta in edicola sul numero 2 di Auto in edicola, oppure qui in edizione digitale.