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Maserati Innovation Lab, il Tridente del futro

In vista del lancio della supersportiva nel maggio 2020, la Maserati ha aperto, oggi per la prima volta, a giornalisti giunti da ogni parte del mondo il suo Innovation Lab, la struttura super hi-tech, sulla via Emilia a Modena, dove lavorano 1200 persone, in gran parte ingegneri, per sviluppare nuovi modelli Maserati (ma anche Alfa).

In questo centro ingegneristico, che occupa una superficie di 33.000 metri quadrati (14.000 coperti), si riproducono le realtà che un’auto sportiva affronterà poi nel mondo reale, il tutto con simulatori super evoluti. Non si lavora solo sulle prestazioni o della riduzione dei tempi di sviluppo, ma, con un lavoro congiunto di ingegneri e psicologi, si va alla caccia delle strategie che possono combattere o prevenire l’errore umano nella guida, generato ad esempio da stanchezza o distrazione.      

Eravamo partiti dalla Zéda, be’, visto che è l’ultima lettera dell’alfabeto, chiudiamo con quella. Questa GranTurismo “finale” non sarà venduta, la terrà la Maserati, che non ha una propria collezione: ha solo una “Quattroporte” del 1963, mentre tutte le altre vetture storiche del Tridente, quando ci fu l’acquisizione da parte dell’allora Gruppo Fiat furono “dimenticate”, quindi non inserite tra gli asset aziendali, per essere poi vendute dai precedenti proprietari della Maserati a Umberto Panini (quello delle figurine).