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Coronavirus, PSA e Honda decidono il rimpatrio dei dipendenti

Quella dei rimpatri degli stranieri presenti in Cina, specialmente nell’area di Wuhan, dalla quale si è diffuso il Coronavirus, è una strada battuta da diversi governi nazionali.

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È una soluzione alla quale ricorre anche il Gruppo PSA, che in Cina è partner di Dongfeng Motor, con il principale sito produttivi proprio nell’area maggiormente colpita dal Coronavirus.

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I casi di contagio, secondo gli ultimi dati – in costante aggiornamento – forniti dall’OMS, dicono di 4.000 persone colpite in tutta la Cina, con il numero dei decessi salito a 106. Il rischio di contagio globale è valutato alto.

Rientro dopo la quarantena

PSA ha confermato di aver predisposto il rientro dei propri dipendenti, stranieri operativi in Cina a Wuhan, stilando un piano di comune accordo con le autorità cinesi e il Consolato francese e garantendo il supporto necessario ai lavoratori cinesi di Dongfeng Peugeot Citroen. 

Prima di rientrare nel paese d’appartenenza, i dipendenti e le rispettive famiglie dovranno restare in quarantena nella città di Changsha. Il Coronavirus ha mostrato un periodo di incubazione di 14 giorni.

Secondo quanto riportato dalla CNBC anche Honda ha avviato simili misure di protezione dei propri lavoratori stranieri vicino a Wuhan, 30 persone e le loro famiglie torneranno a casa in Giappone. Ai provvedimenti adottati da PSA e Honda si sommano le restrizioni ai viaggi in Cina decisi da GM, con Ford, FCA e la divisione statunitense di Volksagen a dare simili indicazioni.

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