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Coronavirus, Pagani stop alla produzione

Dall’atelier, solo pochi giorni fa, Horacio Pagani presentava le ultime due opere assolute del suo team di tecnici, a dar vita ai sogni di Pagani Imola e Pagani Huayra BC Roadster, novità che avrebbero dovuto esordire al Salone di Ginevra.

Il coronavirus ha costretto a rivedere la quotidianità a San Cesaro sul Panaro e Pagani, dopo aver annunciato lo stop alle visite al museo fino al 3 aprile, comunica una pausa dell’attività produttiva.

Sette giorni di stop, a partire dal prossimo lunedì, mentre le operazioni che potranno essere svolte dallo staff dell'azienda lavorando da casa, in regime di smart working, proseguiranno secondo i programmi approntati nei giorni scorsi, dell’annuncio delle misure emergenziali da parte del governo.

Provvedimento partecipato

La decisione di stoppare l’attività dell’atelier è maturata dal confronto interno all’azienda, come scrive Horacio Pagani in una lettera indirizzata ai dipendenti. E va a inserirsi nel solco di scelte simili adottate da Lamborghini, Ducati, oltre alla revisione dell’attività decisa in Ferrari, prima ancora lo stop di alcuni impianti FCA.

"La salute e la serenità delle persone che lavorano in Pagani è sempre stata per noi una priorità. In queste ore ho parlato con molti di voi, ho raccolto i vostri timori e i vostri stati d'animo in una situazione che è difficile non solo per la nostra azienda, ma per tutto il Paese. Vi capisco.

Per questo motivo abbiamo preso la decisione condivisa di sospendere le attività produttive per tutta la prossima settimana. Abbiamo attuato - e continueremo a farlo - tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di ogni dipendente.

Voglio ringraziarvi per l'impegno e la collaborazione che ognuno di voi sta mettendo in questo momento complicato e spero che potremo tutti prendere questo momento di pausa come una opportunità. L'opportunità di riscoprire il valore del tempo, quello trascorso con la nostra famiglia e i nostri affetti, ma anche quello da dedicare a noi stessi, un tempo che spesso viene sacrificato nella frenesia quotidiana”.