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BMW M2 prova in pista

Di solito si entra a gamba tesa presentando il modello, narrandone la forme e spiegandone la tecnica. Tutte cose che abbiamo assolutamente intenzione di fare, ma prima di entrare nel dettaglio di questa nuova BMW M2 vorremmo approfittare del fatto che si tratta proprio di una “M” per raccontare alcune dinamiche di bordo, che forse non abbiamo sufficientemente spiegato durante le prove passate delle sportive bavaresi.

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BMW M2, tante regolazioni per la sportiva compatta

Fatte alcune eccezioni, quando si tratta di vetture sportive e relative regolazioni di cui disporre, è facile fare confusione. A volte sono così tante che trovare una “quadra” vera e propria diventa sempre più complicato. E la nuova M2 non è da meno. Ecco perché questa breve introduzione sulle modalità di guida potrebbe essere utile a chi un giorno (vicino o lontano che sia) si approccerà a una vettura marchiata “M”.

Tutto quanto rientra sotto il cappello M Mode non riguarda nello specifico il set-up di motore, assetto, cambio e freni. Ma è anche correlato ai sistemi di assistenza alla guida e ad alcune specificità (vedi illuminazione interna e grafica quadro strumenti) che non influenzano la guida vera e propria. Sono Road, Sport e Track. In quest’ultima modalità, funzioni come la frenata predittiva non sono più attive.

La M2 è diventata una piccola M4

Chiusa la premessa, spendibile anche su altre “M” come la recente M3 Touring, entriamo nel merito della nuova M2. Vettura che, come tutte le sportive bavaresi più recenti, è stata fonte di discussione circa lo stile. Se non altro qui il doppio “rene” anteriore ha dimensioni più consone, mentre il resto lo fanno i gusti personali. A bordo invece si è completamente omologata alla gamma bavarese, con questa sorta di display a tutta larghezza diviso tra quadro strumenti e schermo touch per l’infotainment. Rispetto al predecessore è diventata più grande e il passo è aumentato di 54 mm. Ma soprattutto ha messo su massa: oltre 200 kg di peso aggiuntivo.

Tutto questo in qualche modo l’ha forse resa meno tagliente della penultima generazione di M2, più appropriata a scenari di guida che non contemplano solo e soltanto pista e velocità pura. L’assetto è decisamente morbido per essere una “M”, anche quando si passa ai setup più sportivi, il che non deve essere per forza inteso come un male. Anzi, per certi aspetti, è assolutamente un bene. Perché consente di leggere la strada e di ricevere tutte le informazioni in modo dettagliato. Ma soprattutto garantisce una fruizione della vettura su strade dove la passata generazione avrebbe tentennato...

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