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Nalli, Suzuki: "Allargare lo spettro degli aiuti"

Di fronte a un Governo sordo, noi non restiamo muti. Così il presidente di Suzuki Italia, Massimo Nalli, secco, tagliente, senza peli sulla lingua nel commentare come le istituzioni hanno trattato l’automotive nella crisi post pandemia. "Il Governo - ha proseguito - è stato sordo alla voce di 200 mila addetti del settore, ovvero non ha ascoltato i bisogni di 200 mila famiglie in difficoltà e allora noi non rimaniamo in silenzio. Ci rimbocchiamo le maniche e facciamo da soli, come abbiamo fatto in passato, e ripartiamo con le norme che abbiamo. In questa situazione non possiamo aspettare: che il Governo faccia pure ciò che ritiene opportuno, ma io non mi aspetto nulla".

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La strada da seguire

Nalli non aspetta, però suggerisce perché effettivamente c’è qualcosa che si potrebbe fare: "Allargare lo spettro degli aiuti a segmenti di vetture con emissioni più nazional popolari potrebbe essere più interessante – dichiara –. Stiamo incentivando vetture da eco snob, che non tutti si possono permettere. Mi viene da citare quel monumento dell’auto che è Henry Ford 'C’è vero progresso quando la tecnologia è disponibile per tutti'. E allora andiamo sui segmenti di CO2 che arrivino ai famosi 95 g/km che la Commissione Europea si è posta come obiettivo che è una fascia di mercato accessibile a una parte più ampia di persone". Ma c’è un problema che rimane: come scegliere la gerarchia giusta di aiuti in uno spettro ampio di soluzioni qual è la mobilità di ora?

"Non ci sarà una tecnologia che vincerà sulle altre - risponde Nalli -, la mobilità del futuro sarà composta da soluzioni diverse, ma complementari. Con l’obiettivo di raggiungere un livello di CO2 molto basso l’elettrico sembra essere punto di arrivo, ma il vero incentivo di cui ha bisogno riguarda la rete infrastrutturale. Si tratta di un investimento positivo, che genera occupazione e incentiva all’acquisto dell’elettrico, con l’effetto automatico di far abbassare i prezzi, ancora un po’ troppo alti di questo tipo di vetture. Suzuki sull’elettrico è pronta per altri mercati, dove la domanda sta maturando, ed è pronta anche in Italia e in Europa non appena arriverà il momento giusto".

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In lockdown

La pandemia, dunque, ha cambiato tutto. L’auto e come ci approcciamo ad essa non sarà più come prima, anche per quanto riguarda la rete di vendita. L’onda d’urto che si è abbattuta sulle concessionarie, con due mesi di lockdown, è stata devastante e allora bisogna adattarsi in fretta per sopravvivere. "Il mercato soffre e continua a soffrire – conclude Nalli - e non è stato facile per la rete di vendita sopravvivere con due fatturati consecutivi prossimi allo 0. Ma questa situazione ha accelerato processi già in corso come la digitalizzazione. Siamo diventati più connessi e ci sarà selezione naturale tra chi sarà in grado e chi meno di cavalcare il cambiamento. Noi di Suzuki siamo ancora piccoli, ma rivendichiamo con orgoglio il nostro 2% di quota di mercato. È una condizione che ci permette di stare in controtendenza, infatti in termini di immatricolazioni stiamo andando meglio del mercato. Grazie alla nostra gamma completamente ibrida non possiamo che aspettarci, nonostante un’aspettativa non positiva, di continuare su questo trend".

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