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Automobili Mignatta Rina, V8 e peso piuma per la sportiva piemontese

C’è forte emozione nel moderno hangar di Valfenera d’Asti, qualche lacrima inumidisce gli occhi di José Mignatta, il creatore di questa isola automobilistica felice tra il torinese e l’astigiano, quando la sua “creatura”, la speedster leggera dal richiamo a “barchetta” chiamata Rina e ispirata ai capolavori automobilistici italiani degli anni Sessanta, scatena gli applausi alla sua prima apparizione. Perché Rina è il nome della Nonna del fondatore di Automobili Mignatta (Caterina, una donna d’altri tempi, vera forza della natura “uno spirito che ha attraversato la vita con instancabile fermezza e dedizione”) ed esprime un fortissimo legame di famiglia, perché Rina non è soltanto un’auto speciale, un modello elegante e raffinato previsto in 30 unità l’anno, ma soprattutto è un messaggio dispensatore di affetti ed emozioni forti, racconta una filosofia ben visibile fin dall’approccio con la parte esterna dell’azienda: un’oasi di quiete, pace e benessere all’aperto.

Nasce in un’azienda che si avvale dell’esperienza del suo Fondatore nel settore aeronautico, un gruppo che si è lanciato in questo nuovo progetto con l’entusiasmo della gioventù abbinato alla competenza e alla qualità dell’esperienza e della manifattura artigianale, ha una impronta sul territorio, celebra il forte legame con la scuola del design di eccellenza e dell’alta tecnologia nate e sviluppate a Torino e in Piemonte, vuole offrire gli agi e la bellezza tipica delle granturismo più della sportività che comunque è indiscutibile quanto la bellezza stilistica e la qualità dei dettagli. Lo stile è stato sviluppato con il contributo di un ex studente dello IED, il giovane Davide Dessì, chief designer del modello e bravo nel tradurre in un’auto “un viaggio nel design e nell’emozione, tra purezza e sintesi, dove ogni tratto è funzionale e la forma è la vera protagonista per offrire una bellezza senza tempo”.

Rina, potente e leggerissima

Rina è l’emblema della leggerezza con la monoscocca in fibra di carbonio rinforzata con fibra aramidica (kevlar) per resistere ai piccoli urti. Il cuore è… un’orchestra sinfonica nel cofano: un poderoso e vibrante V8 aspirato da 5 litri (derivazione Ford ma con una messa a punto specifica e più potenza attraverso i partner di Italtecnica Engineering) anteriore centrale interamente in alluminio, collegato a un cambio manuale transaxle a 6 rapporti e al differenziale posteriore autobloccante. Vanta tecnologie come l’iniezione diretta e indiretta del carburante, la fasatura variabile indipendente a doppio albero a camme (Ti-VCT) e testate di alluminio ad alta portata. Il V8 presenta canne dei cilindri trattate con spray ad arco al plasma, cappelli dei cuscinetti di banco imbullonati a croce, pistoni di alluminio e albero motore forgiato; e compone la colonna sonora di ogni viaggio. Speciale anche la progettazione del sistema di scarico. Tutto in proiezione effetti speciali, sonori e di prestazioni. Valori ufficiali ancora da comunicare, in attesa dell'omologazione.

Dinamica eccellente: ai telaietti ausiliari tubolari della monoscocca JM-SM sono connesse sospensioni anteriori e posteriori a quadrilatero, con bracci sovrapposti e gruppi molla-ammortizzatore con possibilità di regolare la taratura idraulica. Ruote specifiche scomponibili da 19” all’anteriore e da 20” sul posteriore, pneumatici Pirelli P Zero Trofeo RS, specifici per asciutto, pista e con disegno asimmetrico. progettati per massimizzare le prestazioni sull’asciutto e in pista e caratterizzati da un profilo ultra basso e disegno del battistrada asimmetrico. All’avantreno Il sistema frenante Brembo sfrutta all’avantreno pinze fisse a 6 pistoncini, dischi autoventilati da 360 mm, al retrotreno pinze fisse a 4 pistoncini e dischi da 350 mm. In opzione i dischi freno carboceramici. La massa a vuoto del veicolo è pari a circa 1.000 kg, distribuiti al 50% tra i due assi, mentre il rapporto peso/potenza è vicino a 2.

Una sportiva legata al territorio

Un progetto che potrà avere più… interpretazioni sulla base di partenza, non soltanto per la personalizzazione, ma anche per la configurazione e per la posizione del motore. “Rina è fieramente legata al Piemonte, terra madre di molte pietre miliari dell’automotive internazionale. È un bolide che celebra lo stile italiano e trasmette il senso di guidare davvero, magari sulle colline del Monferrato o delle Langhe, godendosi i suggestivi paesaggi piemontesi e l’inebriante suono del suo potente motore V8. Con Rina aspiriamo a far coincidere l’arte di fare automobili con la grazia pura, creando una bellezza caratterizzata da una nobile semplicità e da una quieta grandezza” spiega Josè Mignatta, fondatore di AM (Automobili Mignatta).

Eleganza, ergonomia, materiali e pellami di pregio, espressione di un’altra epoca, con una proiezione costruttiva attuale ma sartoriale e una dedizione alla guida più piacevole. Cofano lungo, parafanghi possenti e volume di coda sfuggente: Rina vanta linee sensuali, per accarezzare l’aria e fenderla al contempo. Non ci sono schermi né elementi di distrazione. Un capolavoro di eleganza da 290 mila euro di partenza, più le tasse.