09.05.2025 17:38
C’è forte emozione nel moderno hangar di Valfenera d’Asti, qualche lacrima inumidisce gli occhi di José Mignatta, il creatore di questa isola automobilistica felice tra il torinese e l’astigiano, quando la sua “creatura”, la speedster leggera dal richiamo a “barchetta” chiamata Rina e ispirata ai capolavori automobilistici italiani degli anni Sessanta, scatena gli applausi alla sua prima apparizione. Perché Rina è il nome della Nonna del fondatore di Automobili Mignatta (Caterina, una donna d’altri tempi, vera forza della natura “uno spirito che ha attraversato la vita con instancabile fermezza e dedizione”) ed esprime un fortissimo legame di famiglia, perché Rina non è soltanto un’auto speciale, un modello elegante e raffinato previsto in 30 unità l’anno, ma soprattutto è un messaggio dispensatore di affetti ed emozioni forti, racconta una filosofia ben visibile fin dall’approccio con la parte esterna dell’azienda: un’oasi di quiete, pace e benessere all’aperto.
Nasce in un’azienda che si avvale dell’esperienza del suo Fondatore nel settore aeronautico, un gruppo che si è lanciato in questo nuovo progetto con l’entusiasmo della gioventù abbinato alla competenza e alla qualità dell’esperienza e della manifattura artigianale, ha una impronta sul territorio, celebra il forte legame con la scuola del design di eccellenza e dell’alta tecnologia nate e sviluppate a Torino e in Piemonte, vuole offrire gli agi e la bellezza tipica delle granturismo più della sportività che comunque è indiscutibile quanto la bellezza stilistica e la qualità dei dettagli. Lo stile è stato sviluppato con il contributo di un ex studente dello IED, il giovane Davide Dessì, chief designer del modello e bravo nel tradurre in un’auto “un viaggio nel design e nell’emozione, tra purezza e sintesi, dove ogni tratto è funzionale e la forma è la vera protagonista per offrire una bellezza senza tempo”.
V8 Ford rivisto e corretto, cambio manuale e alto livello di personalizzazione: nasce così la nuova supersportiva di José Rina che celebra l'amore per il Piemonte
Guarda la galleryRina è l’emblema della leggerezza con la monoscocca in fibra di carbonio rinforzata con fibra aramidica (kevlar) per resistere ai piccoli urti. Il cuore è… un’orchestra sinfonica nel cofano: un poderoso e vibrante V8 aspirato da 5 litri (derivazione Ford ma con una messa a punto specifica e più potenza attraverso i partner di Italtecnica Engineering) anteriore centrale interamente in alluminio, collegato a un cambio manuale transaxle a 6 rapporti e al differenziale posteriore autobloccante. Vanta tecnologie come l’iniezione diretta e indiretta del carburante, la fasatura variabile indipendente a doppio albero a camme (Ti-VCT) e testate di alluminio ad alta portata. Il V8 presenta canne dei cilindri trattate con spray ad arco al plasma, cappelli dei cuscinetti di banco imbullonati a croce, pistoni di alluminio e albero motore forgiato; e compone la colonna sonora di ogni viaggio. Speciale anche la progettazione del sistema di scarico. Tutto in proiezione effetti speciali, sonori e di prestazioni. Valori ufficiali ancora da comunicare, in attesa dell'omologazione.
Dinamica eccellente: ai telaietti ausiliari tubolari della monoscocca JM-SM sono connesse sospensioni anteriori e posteriori a quadrilatero, con bracci sovrapposti e gruppi molla-ammortizzatore con possibilità di regolare la taratura idraulica. Ruote specifiche scomponibili da 19” all’anteriore e da 20” sul posteriore, pneumatici Pirelli P Zero Trofeo RS, specifici per asciutto, pista e con disegno asimmetrico. progettati per massimizzare le prestazioni sull’asciutto e in pista e caratterizzati da un profilo ultra basso e disegno del battistrada asimmetrico. All’avantreno Il sistema frenante Brembo sfrutta all’avantreno pinze fisse a 6 pistoncini, dischi autoventilati da 360 mm, al retrotreno pinze fisse a 4 pistoncini e dischi da 350 mm. In opzione i dischi freno carboceramici. La massa a vuoto del veicolo è pari a circa 1.000 kg, distribuiti al 50% tra i due assi, mentre il rapporto peso/potenza è vicino a 2.
Un progetto che potrà avere più… interpretazioni sulla base di partenza, non soltanto per la personalizzazione, ma anche per la configurazione e per la posizione del motore. “Rina è fieramente legata al Piemonte, terra madre di molte pietre miliari dell’automotive internazionale. È un bolide che celebra lo stile italiano e trasmette il senso di guidare davvero, magari sulle colline del Monferrato o delle Langhe, godendosi i suggestivi paesaggi piemontesi e l’inebriante suono del suo potente motore V8. Con Rina aspiriamo a far coincidere l’arte di fare automobili con la grazia pura, creando una bellezza caratterizzata da una nobile semplicità e da una quieta grandezza” spiega Josè Mignatta, fondatore di AM (Automobili Mignatta).
Eleganza, ergonomia, materiali e pellami di pregio, espressione di un’altra epoca, con una proiezione costruttiva attuale ma sartoriale e una dedizione alla guida più piacevole. Cofano lungo, parafanghi possenti e volume di coda sfuggente: Rina vanta linee sensuali, per accarezzare l’aria e fenderla al contempo. Non ci sono schermi né elementi di distrazione. Un capolavoro di eleganza da 290 mila euro di partenza, più le tasse.
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