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Maserati MC12: la sua storia

Telaio Dallara, motore Ferrari, tutto il resto targato Maserati. Chissà cosa potrebbe venire fuori da una collaborazione tra tre giganti dell'automobilismo estremo. Beh, possiamo già rispondere. Il risultato si chiama Maserati MC12 (Maserati Corse e 12 come i cilindri del motore): in pratica, la MC20 dei primi anni Duemila, quando la Casa del Tridente, pur di tornare dopo 37 anni a partecipare al mondiale GT, decise di avviare la produzione stradale di una coupé a tettuccio apribile potentissima e velocissima, che a suo modo ha fatto storia.

PRODUZIONE IN 50 ESEMPLARI

Campionato mondiale GT. Per parteciparvi, Maserati deve necessariamente omologare 50 esemplari della sua creatura da pista per la strada, così che la FIA possa poi approvare il modello per le competizioni derivato. La vettura che nel 2004 sta per nascere è naturalmente una coupé, ma con tettuccio rigido removibile: una targa che, seppur destinata alla strada, non può fare a meno di nascondere la sua vocazione corsaiola. Saranno prodotti 25 esemplari il primo anno, 25 il secondo, disegnati inoltre dalla magica penna di Giorgetto Giugiaro.

DALLARA, FERRARI E MASERATI INSIEME

Il progetto di Modena è ambizioso. La macchina conterrà il meglio delle soluzioni utilizzate per la realizzazione di supercar: uso di materiali compositi, meccanica avanzata, motorizzazione estrema. A partire dal telaio monoscocca in carbonio, realizzato in collaborazione con Dallara, mentre il motore deriva dal Ferrari F140 che alimenta la Enzo, uscita sul mercato proprio in quel periodo: un V12 da 6 litri con lubrificazione a carter secco da 630 cv e 652 Nm di coppia, per 330 km/h di velocità massima, accelerazione da o a 100 in 3,8 secondi e da 0 a 200 in 9,9.

Motore V12 Ferrari, la novità che fa convivere prestazioni ed emissioni

MECCANICA E AERODINAMICA DA SUPERCAR

Maserati compie poi dei veri prodigi meccanici. Innanzitutto, dal punto di vista aerodinamico. L'elemento che spicca maggiormente è l'alettone posteriore, in carbonio anch'esso e largo 2 metri, con 2 estrattori a terra che migliorano l'effetto suolo; senza dimenticare l'enorme presa d'aria sul tettuccio, che accompagna quelle presenti nella zona anteriore, e che grazie a una maggiore pressione in fase di aspirazione aggiunge cavalli in più al momento di accelerare.

Maserati decide inoltre di posizionare il motore centralmente, alle spalle del pilota, in modo da renderlo elemento portante, ancorando ad esso il cambio (il cambiocorsa sequenziale Maserati a sei rapporti) e le sospensioni posteriori. Queste presentano lo schema push-rod, ovvero sospensioni indipendenti a quadrilateri articolati e triangoli sovrapposti all'avantreno e al retrotreno: la conseguenza è un maggior controllo sul movimento delle ruote, che a loro volta montano cerchioni da 19" e pneumatici Pirelli. Brembo firma l'impianto frenante, per un'auto che, a lavori ultimati, pesa solamente 1.335 kg, mantenendo comunque massima rigidità.

IL VALORE

Maserati riesce nel suo intento, e iscrive così la macchina al mondiale. Nel frattempo, chi se lo poteva permettere, ha acquistato i modelli stradali, che nel 2004 venivano messi in listino per 720.000 euro. Sedici anni dopo, qualora uno dei 50 esemplari venisse messo all'asta, i collezionisti dovrebbero invece spendere milioni di euro. Difficile contestare, quando si tratta di un'auto partorita dalle idee di mostri sacri del motorismo come Maserati, Ferrari, Dallara e Giorgetto Giugiaro. Tutti insieme, per fare la storia.

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