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Omicidio stradale, patente revocata: sentenza storica a Milano

Patente revocata a vita. Questo il provvedimento emesso dal giudice per l'udienza preliminare Livio Cristofano in merito al procedimento penale che vede coinvolto un maresciallo dei Carabinieri, accusato di omicidio stradale per aver causato, alla guida dell'auto di servizio, la morte di un uomo di 32 anni, in un incidente avvenuto a Milano nel dicembre 2017.

“L'Ergastolo della patente è una sentenza storica”, così Domenico Musicco, presidente dell'Associazione Vittime Incidenti Stradali (Avisl) ha commentato il provvedimento giudiziario che si aggiunge, come pena accessoria, a un patteggiamento di un anno e sei mesi. Una sentenza, scaturita nel corso del procedimento che vedeva inizialmente accusato l'imputato di omicidio colposo. Con il susseguirsi delle udienze e con un ulteriore approfondimento della dinamica dell'incidente causato da un improvviso cambio di direzione, con svolta, in un punto in cui era vietato, il capo di accusa è stato riformulato in omicidio stradale e, da qui, si è arrivati alla pesante sanzione accessoria.

Il nostro approfondimento sul nuovo Codice della Strada

Omicidio stradale, cosa prevede la norma

Il reato di omicidio stradale è stato introdotto, in Italia, nel 2016 con l'articolo 589bis del Codice Penale e prevede la reclusione da 2 a7 anni per colui che procura la morte di un individuo per violazione, con colpa, del Codice della Strada. La pena è aumentata da 8 a 12 se chi provoca l'incidente è in stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica per l'assunzione di sostanze stupefacenti. In queste ultime due fattispecie vi è anche l'obbligo di arresto in flagranza di reato.

Una legge inutile? L'omicidio stradale non funziona

All'eventuale condanna penale per omicidio stradale si aggiungono anche le pene accessorie con sanzioni pecuniarie o sospensione-revoca della patente. Una recente sentenza della corte costituzionale, la n°88/2019, emessa lo scorso aprile, ha stabilito la revoca automatica della patente solo nei casi di condanna per omicidio stradale aggravato dallo stato di ebbrezza o alterazione psicofisica del conducente. Non vi è dunque automatismo nelle restanti ipotesi di condanna con il giudice che deve valutare, come nel caso sopracitato, se procedere alla revoca o optare per la sospensione della patente. Proprio per questo motivo la sentenza emessa a Milano può ritenersi un precedente "unico" dall'introduzione della legge.