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Mercato auto, lo spettro di 20 milioni di vetture perse nel 2020

Più passano i giorni, più la situazione del mercato auto sembra prossima a una ecatombe. Il crollo attestato al -85% dei numeri delle immatricolazioni a marzo in Italia, gli scenari pronosticati da alcune società di consulenza, sembrano essere un antipasto.

In attesa del picco e poi del calo dei contagi, ribadiamo la salute sempre prima di tutto, a breve e medio termine l’automotive dovrà affrontare una crisi mai vista.

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Altro che delicata transizione all’auto elettrica, gli analisti di AlixPartners, hanno prospettato un calo di vendite nel 2020 tra i 15 e i 24 milioni di auto a livello mondiale. Una cifra enorme per un settore che quantificava a livello globale oltre 98 milioni, ma era in calo dal 2018.

La previsione di AlixPartners

Sono ipotizzati due scenari, in base all’evoluzione e all’impatto del Coronavirus: in sostanza, in caso di recessione “breve”, fino alla fine del 2021 e in caso di pressione prolungata, con la luce in fondo il tunnel a fine 2022.

I grandi mercati saranno tutti in ginocchio AlixPartners stima l’Europa tra un -20% nella migliore delle ipotesi e un 30% nella peggiore. Gli Stati Uniti tra un -18% e un 29% e la Cina tra un -8% e un -20%.

Tenetevi forte, l’Italia sarà uno dei paesi che soffrirà di più. Nella situazione meno drammatica atteso un -27% su base annua (oltre un quarto del mercato) quasi mezzo milione di auto in meno.

In quella più grave, anche senza incentivi da parte dello stato, un -43% che significherebbe rispetto al 2019, oltre 820.000 auto vendute in meno.

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Più fusioni in futuro per sopravvivere?

Non ci sono scenari positivi o situazioni che possano essere recuperate in pochi mesi. Che influirà anche sugli investimenti a medio termine: quanti metteranno risorse sui nuovi progetti, guida autonoma, auto elettrica, con introiti decisamente inferiori?

Reagire in tempi brevi, con liquidità a disposizione per ripartire e mantenere un filo diretto con i potenziali clienti. Di certo, una situazione del genere potrebbe invitare a unire ancora di più le forze, con altre fusioni e collaborazioni.

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