L’unione tra due eccellenze italiane per un motoscafo di lusso che si combina con il motore di un’auto sportiva: Riva e Ferrari insieme per lo sviluppo del Riva Ferrari 32.
La storia
Realizzato agli albori degli anni Novanta, lo speed-boat rappresenta il trait d’union tra l’amore per il mare e quello per le prestazioni, naturalmente con livrea Rosso Corsa Ferrari. Il progetto originale fu voluto da Enzo Ferrari in persona, prima della sua morte nel 1988. Due anni dopo prese vita il Riva Ferrari 32, curato dall’allora dopo dei Cantieri Riva Gino Gervasoni in collaborazione con Maranello. Design, aerodinamica e materiali uscirono da Ferrari Engineering, mentre le varie componenti furono assemblate da Riva secondo le conoscenze in ambito navale. Lo speed-boat entrò in produzione quando riuscì a raggiungere i 100 km/h.
Connubio di stile e prestazioni
Il numero 32 rappresenta la lunghezza in piedi, per uno scafo di 10 metri spinto da due motori BPM Vulcano 400 V8 da 390 Cv. La velocità massima espressa in 54 nodi è pari a circa 100 km/h, ma oltre alle prestazioni la grandezza del motoscafo si manifesta nell’unione di due stili entrambi eccelsi, quello Ferrari e quello Riva: è dalla Testarossa che l’imbarcazione ha ereditato i “graffi” sulla carena laterale e sulla poppa. L’ala nera sulla coperta arricchisce gli occhi di chi guarda e l’aerodinamica generale, come nero è il parabrezza minimale. A bordo troviamo la strumentazione tipica di una Ferrari del tempo, mix efficace tra estetica e funzionalità, mentre gli altri accessori sono essenziali e mai superflui.
Edizione limitata
Il Riva Ferrari 32 è stato prodotto in soli 40 esemplari, testimoniando un’esclusività di cui non si può fare a meno quando si uniscono due nomi come quelli coinvolti nel progetto: anche le quotazioni sono destinate solo a salire nel tempo, trattandosi di un classico che non passa di moda con gli anni.
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